Magazine Diario personale

Ufficiosamente

Da Lacocchi @laCocchi
Ho 13 minuti di tempo. Quelli che avanzano della mia pausa pranzo di un'ora striminzita.
Sto trangugiando un panino facendo nel mentre una lavatrice, cambiando le lenzuola e scrivendo pure che sennò qui voi pensate che il mostro della macchinetta del caffè dell'ufficio mi abbia mangiata in un sol boccone, facendo poi di me un espresso annacquato.
(Io penso che il mostro ci sia, nella macchinetta. Dato il rumore che fa quando ti fai il caffè.)
Sono viva. Con il cervello un po' spremuto e molto spesso dopo le 18 ad encefalogramma piatto, ma viva.
I miei occhi non si abituano ancora a fissare uno schermo per 8 ore, e all'uscita dall'ufficio sembro 'na tossica in piena crisi d'astinenza, ma sono viva.
Ascolto la musica con l'iPod, in ufficio, e allora sono molto viva.
Scrivo. E allora sono contenta.
Sono anche povera, perché mi sono lasciata trasportare dal mio primo weekend libero, e fuori a fare la figa tutte le sere, e ti pago un drink, offro io gli shots, e poi il giorno dopo conto in banca vuoto, mal di testa e gente che mi manda messaggi sul cellulare da numeri sconosciuti.
Vedi a non lavorare i weekend.
Tornerò tra poco sugli schermi del Bloggo, non temete.
Non me ne sono andata e non voglio andarmene e ora che siete sempre di più non vi lascerò soli a chiedervi se sono rimasta indigesta al mio amico mostro della macchinetta.
Perché mi metterò pure le camicette carine, e i vestitini, e le ballerine anti sesso, e mi piastro la frangia che sembro una ragazza per bene e indosso pure le calzammaglie, ma resto sempre la solita stronza.

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