A 90 chilometri dalla città di Masindi, nella parte nordoccidentale dell'Uganda, si trova il Parco Nazionale delle cascate Murchinson, che con i suoi 4000 chilometri quadrati di territorio protetto è il più grande parco della nazione. Il parco è diviso in due dal Nilo Vittoria, che lo attraversa da est a ovest e che dà origine alle cascate Murchison da cui prende appunto il nome il parco.
L'ho detto spesso scrivendo d' Africa, ma voglio ribadirlo ancora: qualunque parte di questo continente merita di essere vissuto dalle prime ore dell'alba sino al tramonto, perché è in questi due momenti della giornata che questa terra si mostra nei suoi abiti più splendenti. La sveglia alle quattro del mattino, anche in questa giornata che abbiamo dedicato alla visita di questo parco, non è stata affatto traumatica perché, non appena giunti al punto di imbarco per attraversare il Nilo in direzione del primo safari di questo nostro viaggio, una splendida alba ha improvvisamente donato colore alla natura circostante, lasciandoci senza fiato. Nell'attesa di salire sul traghetto che ci avrebbe trasportati sull'altra sponda del Nilo abbiamo visto le prime luci del sole svelare lentamente il meraviglioso paesaggio circostante.
L'area di imbarco del traghetto si trova a Paraa. La traversata è stata molto rapida, circa dieci minuti, e appena raggiunta di nuovo la terra ferma siamo saliti sulle nostre jeep ansiosi di scoprire la fauna di questo parco, benché consapevoli che la sua ricchezza si è molto ridotta a causa delle carneficine perpetuate negli anni delle dittature. Le prime ad averci accolto, con tutta la grazia e l'eleganza che le contraddistingue, sono state un numeroso gruppo di giraffe, per niente disturbate dal nostro passaggio. Le altre specie incontrate durante il nostro safari sono stati l'acefalo di Jackson, il cobo defassa, antilopi, elefanti, bufali, ippopotami e diverse specie di scimmie.
Lasciate le jeep abbiamo compiuto un piccola crociera fino alle note Cascate Murchinson e, successivamente, con un trekking di poco più di un'ora abbiamo raggiunto il punto chiamato Top of the falls, punto dal quale si prende maggiore coscienza della loro potenza e magnificenza e si può ammirare il grande salto che il Nilo compie il questo punto del suo lungo tragitto. Pur non essendo altissime - parliamo di circa 40 metri - queste cascate acquisiscono una grande bellezza anche grande al contesto naturale nel quale sono inserite.
A poche centinaia di metri dalle cascate si trova un'area destinata al campeggio libero, dotata soltanto di area servizi e barbecue, ma dall'indiscutibile fascino, che permette di piazzare la propria tenda in un scenario fantastico, con la vista delle cascate e a pochi metri dalle rive del Nilo. Per chiunque cercasse un contato diretto con la natura e un posto dove isolarsi letteralmente dal mondo, questo potrebbe decisamente essere il posto giusto.
Il giorno seguente ci siamo invece recati alla Foreseta di Budongo, un'altra area protetta di piccole dimensioni situata a sud del parco nazionale di Murchinson Falls e a ovest di Masindi. Quest'area è gestita dal Jane Goodal Institute. Jane Goodal è nota per aver dedicato la maggior parte della sua vita, ben 40'anni, alla sua ricerca sulla vita sociale e familiare degli scimpanzé, specie per la quale l'area protetta di Budongo è divenuta celebre. In tanti, infatti, giungono qui con la speranza di riuscire ad avvistarne alcuni esemplari durante l'escursione che è possibile organizzare in quest'area. Ma vi devo avvisare: avvistare gli scimpanzé non è per nulla semplice e in tanti restano delusi. Bisogna considerare che quella di Budongo è la più estesa foresta di alberi di mogano di tutta l'Africa orientale, alberi che arrivano fino a 60 metri di altezza e sui quali gli scimpanzé amano arrampicarsi.
A mio parere questa visita vale la pena già soltanto per l'incantevole cornice naturale e per l'emozione che si prova a camminare attraverso una foresta di questo tipo, dove la luce a fatica si fa spazio tra gli altissimi alberi e dove gli unici rumori che si sentono sono i fruscii del fogliame dovuti agli spostamenti degli scimpanzé.
Noi siamo stati fortunati perché siamo riusciti ad avvistarne uno nell'atto di abbeverarsi in una piccola pozza d'acqua e alcuni altri appostati su rami, ma si è comunque trattato di avvistamenti molto rapidi e con una visuale non del tutto ottimale.
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