Mentre mancano pochi giorni al tuo ritorno in Italia alterni fasi di pregustazione di cibo natalizio a crisi di astinenza di gente straniera.
Esci di casa cercando di mantenere più a lungo possibile la conversazione con la cassiera cinese, “the big apple” si chiama il tuo supermercato di fiducia, salmone a 4 e pomodorini a 2 dollari, roba che dopo sei mesi londinesi quasi ti commuovi.
Sorridi ai centinaia di barboni in Geary street e cammini in città sentendoti per metà James Dean e l’altra metà Gianni Morandi in Fossi Figo. Loro ovviamente ignorano tutto questo e ti danno del pezzente, ma poco importa.
Mangi un hamburger all’avocado, un mix tra cultura americana e messicana entra nel tuo stomaco e rimani soddisfatto della conseguente pesantezza che ti inchioda al marciapiede nelle successive sei ore.
Mercoledì vai al mall di Market street e con i commessi parli di cosa c’è di nuovo, quali sono gli sconti e qual è la roba più cool del momento. Si chiama marketing personale, ma assomiglia molto a vera gentilezza così finisci per apprezzare il massimo che possono fare senza troppo discutere.
Giovedì vai a mangiare tailandese con il gruppo del couchsurfing, incontri quattro persone che fanno il giro del mondo in aereo, una ragazza che sta andando in Russia e uno che si prepara a 5 anni europei.
La positività e la brillantezza solita dei viaggiatori esperti ti rende affascinato come un bambino, parli per ore con uno che sarebbe definito pazzo dalla maggior parte delle persone che conosci, e ti sembra invece un concentrato di vitalità unica al mondo.
Venerdì cena e scambio di regali con amici; e ti confonde il rapporto che hai con alcune persone senza davvero fino in fondo conoscerle; un rapporto da amici di avventure, fatto di grande rispetto e anni di vita passata che mai sarà condivisa.
Sabato al Dna Lounge ballerai chiedendoti chi delle persone che ti stanno accanto ti conosce meglio; se loro, tu o i tuoi vecchi amici; e non sapendoti dare una risposta chiudi gli occhi immaginandoti di vivere un film di cui puoi scrivere liberamente la sceneggiatura.
Alla fine tutti dal messicano all’undicesima, per le crepes più buone che abbia mai assaggiato in vita tua.
E così, così si torna in Italia, e tutto questo sarà una parte, un’altra piccola parte di vita che potrai soltanto raccontare.