Lo stesso ateissimo dittatore cambogiano, Pol Pot, diretto ispiratore e responsabile della tortura e del massacro di circa un milione e mezzo di persone (compresi bambini, donne e anziani), a cui vanno aggiunti centinaia di migliaia di morti a causa del lavoro forzato, della malnutrizione e della scarsa assistenza medica, studiò a Parigi ed entrò in contatto con i grandi leader dell’ateismo di quegli anni, come Jean-Paul Sartre che fu suo mentore ed ispiratore. Morì nel 1998, ma i suoi fedeli compagni, leader dei Khmer Rossi sono ancora vivi e tre di essi stanno partecipando in questi giorni alla prima udienza apertasi nel tribunale misto delle Nazioni Unite, a trenta anni dalla fine del regime.
Diversi i capi di imputazione: crimini contro l’umanità, persecuzione religiosa verso i credenti (per il solo fatto di essere credenti), omicidio, genocidio e tortura. Nuon Chea, 85 anni, considerato l’ideologo; l’ex capo di Stato Khieu Samphane, 80anni; l’ex ministro degli Esteri Ieng Sary, 86 anni. Su Il Giornale si può leggere un breve profilo dei tre soggetti.