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Ultimo discorso di Berlusconi

Creato il 12 novembre 2011 da Marvigar4

berlusconimani

   È quando lasciamo una cosa che le diamo un nome. Da oggi, care italiane e cari italiani, comincerete a chiamarmi, ad invocarmi, e lo farete soprattutto voi, sì proprio voi che fino ad adesso siete stati i più convinti nemici della mia persona. Ben presto vi renderete conto di quanto siete stati ingiusti con me. Il baratro che si è spalancato vi vedrà sgomenti, ripenserete a tutte le sciocchezze che sono state dette sul mio conto per pregiudizio, per ignoranza. Io avevo avvisato tutti i miei collaboratori del pericolo imminente, ma solo alcuni hanno cercato di aiutarmi per la salvare il paese. La verità è che da quanto Rete 4 non trasmette più Topazio il declino dell’Italia ha avuto un’accelerazione senza precedenti. Ero stato forse il solo ad accorgermi dell’imminente catastrofe. Ma invano. Nemmeno Emilio Fede ha voluto più darmi l’appoggio, proprio lui che io avevo innalzato a capo di un progetto scientifico che lo ha presto portato a ottenere il Premio Nobel per la Chimica. Mi ha voltato le spalle… ma le ha voltate al paese intero! Stessa cosa era accaduta nel lontano 1975 quando la RAI non trasmise più Il Raccontondo, decretando l’inizio di un periodo buio che si è ripercosso sul nostro futuro. Abbiamo continuato a pagare a caro prezzo quella scelta infausta, per quasi due decenni la politica italiana non ha avuto il coraggio e la saggezza di rimediare al disastro. Si sono trastullati spartendosi il potere, ignorando le vere esigenze della popolazione, con conseguenze gravissime. Io ero riuscito a tamponare la ferita e l’avrei guarita se solo mi avessero aiutato. Invece di pensare a una soluzione ragionevole si sono messi a sindacare, a bisticciare come bambini davanti a una palla. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Mi avevano avvertito che non avrei avuto vita facile, che da quel 1994 la serpe presa per la coda avrebbe fatto di tutto per rivoltarsi e mordermi e avvelenarmi. E qui il mio ricordo va a una persona cara che non c’è più, la persona che all’indomani della vittoria alle elezioni del 27 marzo 1994 mi chiamò da Timbuctu per avvisarmi che sarebbero iniziati i momenti difficili e che avrebbero fatto di tutto per mettermi il bastone fra le ruote. È un ricordo commosso di Flaminio Rilisi, l’ultimo vero caro amico. Non ho mai dimenticato quella telefonata e ogni volta che affrontavo le accuse, i tentativi politici e non solo di ostacolarmi mi venivano in mente le parole profetiche di Flaminio: «Faranno di tutto pur di non lasciarti lavorare, arriveranno anche ad insinuare che sei eterosessuale!». Troppo presto te ne sei andato, Flaminio, anche tu vittima sacrificale di una banda di egoisti avidi e maldestri.

   In quali mani vi lascio, care italiane e cari italiani! Nelle mani di chi mi ha trascinato in giudizio più e più volte per dimostrare una colpevolezza di cui gli stessi processi hanno poi dimostrato l’inconsistenza. E qui, consentitemi, vi faccio un breve elenco delle imputazioni a mio carico che hanno soltanto danneggiato il nostro paese…

   A questo punto Berlusconi viene interrotto dalle urla del Parlamento, tra cui si riconoscono distintamente gli altoatesini con il loro inconfondibile “Der Nacht”, i rappresentanti di Barbe Democratiche che gridano “Ha da venì Baffone” e molti altri epiteti, dei quali il meno ostile è “Neghittoso”…

© Marco Vignolo Gargini



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