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Ultimo tra gli ultimi.

Creato il 13 aprile 2011 da X
Ultimo tra gli ultimi.Nel mio citofono mi trovi per esclusione. Se scarti tutti i cognomi che finiscono in consonante e quelli contenenti X, K, Q e Y, te ne restano pochi da valutare per identificarmi. Siamo globalizzati. Sembro finito nella Londra Vittoriana. Boliviani, brasiliani, indiani, polacchi, rumeni, coreani, tunisini e, ultimi tra gli ultimi, siciliani affollano un condominio le cui fondamenta si ergono sull'immigrazione.
Cazzo, però questi mi hanno tolto l'unico primato che mi rendeva fiero di vivere tra i leghisti, quello di scomodo extracomunitario! Non finisci di vantarti di qualcosa che prontamente qualcuno ti usurpa il titolo. E la cosa bella è che quell’avanzo di zombie verde vuole proprio i terroni “föra di ball”. Va detto tuttavia che se la ricchezza è nella contaminazione che ne deriva dalla diversità, anche io reputo l’identità nazionale un valore da preservare. L'unico problema del melting pot è che ognuno si porta dietro i propri odori. Da quando sono arrivati gli indiani perfino i rumeni sembrano meno tolleranti. Per le scale si inerpicano folate di odori non identificati, mentre nel mio ripostiglio un tubo collegato a non so chi probabilmente sfiata odor di Kebab. Fortuna che lo smog per la strada s’appiccica alla giacca a vento isolando i profumi stratificati durante la pausa pranzo. Impossibile integrarsi tra i disintegrati. Ma io un amico nel palazzo me lo sono fatto. Se fosse spagnolo l’anagramma del suo nome sarebbe PUTA. Ma è rumeno, ed è un gran figlio di puttana. Quando ci siamo presentati, ha attaccato bottone elencandomi tutte le caratteristiche della mia auto: anno, cilindrata, cavalli, mancava solo il numero di telaio. Alla fine mi ha confessato di apprezzarla molto. In quel momento ho pensato che a breve sarei tornato ai mezzi pubblici. L’amicizia vera e propria è scattata quando gli ho regalato la mia vecchia camera da letto fregandomene di far entrare un rumeno in casa. Il tempo di accordarci per il giorno e mi sono piombati nell'appartamento 3 rumeni. 30 minuti per svuotare una camera. Appena arrivato al pianerottolo però, PUTA  mi ha subito chiesto chi fossero i vicini, destando in me i primi sospetti. Dopo una settimana, mentre in TV un manipolo di sconosciuti tentano di uscire da un cubo mortale, alcuni rumori sospetti attirano la mia attenzione. TUM-TAM-TATATUM. Suona il campanello, i vicini di casa sono stati derubati. Un manipolo di rumeni ha cercato di entrare nel cubo dei mormoni. Per me il mandante è PUTA, sono certo che ha fatto da basista. Ora. Sebbene gli abbia fatto capire che a casa mia non c’è trippa per gatti, lui continua a squadrarmi. Se io butto l’umido, lui butta l’occhio nel sacco, se tardo dal lavoro mi chiede come mai sono in ritardo e ora sembra abbia imparato persino a prendermi per il culo. Facendo il verniciatore si alza all’alba e se mi vede stanco me lo fa notare sogghignando con quel dente d’oro che gli scintilla di sarcasmo. Bah. Nonostante cerchi di evitarlo, lui è sempre in giro. Se prendo l'ascensore, lui è giù che aspetta. Se esco dal cortile alle 6.30 del mattino, magicamente lui è già lì. Se esco dall'ingresso principale con il trolley per un week end fuori porta, lui è sul marciapiede pronto a inquadrare la situazione. Cazzo. O ha dei cloni, o la mafia rumena lo ha ingaggiato per controllare il quartiere. Così ho studiato un antifurBo a prova di topo da appartamento. Il trucco è semplice e non richiede meccanismi sofisticati o tecnologicamente avanzati: basta lasciare un disordine tale da far pensare che è già passato qualcuno. E se lui è scaltro io lo sono più di lui. Se non ci casca così gli assesterò il colpo finale facendomelo amico pure su Facebook. Se quando scrivo “Oggi mi trovo a Francoforte” l’appartamento viene forzato, lo rispedisco a casa a colpi di carabina.

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