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Ultraottanta

Creato il 22 gennaio 2016 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Ultraottanta

Grazie all’Auser gli anziani del circolo La Ruota di Bolzano cantano in coro nelle case di riposo

«Cantare è la cosa più facile del mondo, fa bene al cuore e all’equilibrio psichico». Così si esprimeva la “Tigre di Cremona” Mina in un’intervista a Vanity Fair nel 2009 e a pensarla come lei sono probabilmente anche gli ultraottantenni del circolo La Ruota di Bolzano, che, attraverso l’iniziativa dell’Auser “Il pomeriggio conosce cose che il mattino nemmeno sospettava”, si misurano proprio con il canto e hanno formato il coro Ciribiribin, nome che omaggia la canzone scritta nel 1898 da Carlo Tiochet per il testo e da Alberto Pestalozza per la musica e lanciata dalla soubrette austriaca Mitzi Kirchner.

L’ensemble consta di una ventina di elementi, tra i quali una donna di ben 96 anni, e propone un repertorio di brani che evocano ricordi, memorie e storie dei tempi passati. Gli anziani coristi sono molto richiesti: si esibiscono nelle case di riposo e recentemente hanno cantato nel Duomo di Bolzano in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer.

Quattro volontarie si occupano della logistica e del trasporto. «Sono tutte persone con patologie importanti, disabilità, difficoltà di memoria e cognitive ma quando cantano riprendono in mano la loro vita – spiega Gabriella Bissacco, una delle operatrici – Si vestono bene, si pettinano, cose che magari non facevano da tempo. Ormai sono tanti anni che li seguo ma è sempre sorprendente vederli».

Il canto è solo una delle attività del progetto, attivo fin dal 1994. Infatti lo scopo è sperimentare diverse tecniche espressive che sviluppino la creatività ad ogni stadio della vita: improvvisazione teatrale, disegno artistico e racconti autobiografici. 28 volontari Auser incoraggiano 58 anziani a svolgere 2.654 ore annuali.

I prossimi passi saranno mettere in piedi una compagnia teatrale amatoriale e pubblicare le storie di vita raccolte nei laboratori di narrazione. «Spesso vediamo gli anziani solo per i loro malanni ma tutti hanno qualcosa da comunicare, basta solo credere davvero nelle persone indipendentemente dalla loro età», afferma Bissacco.

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