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Ultras e Camorra dietro le rapine ai calciatori del Napoli?

Creato il 18 dicembre 2013 da Makinsud

behramiCi sarebbero la criminalità organizzata e le frange estreme del tifo violento dietro i numerosi furti, avvenuti in questi ultimi tre anni, ai danni dei calciatori del Napoli. A rilevarlo è Salvatore Russomagno, pentito di camorra del clan “Mazzarella”, ascoltato dai pubblici ministeri della Dda partenopea al processo per la rapina del Rolex subita dal centrocampista Valon Behrami.

Le rapine ai giocatori del Napoli sono punizioni per chi gioca male, per chi non si presenta presso i circoli sportivi, per chi rilascia dichiarazioni contro il tifo violento e per chi non partecipa agli eventi organizzati dai capi tifosi. Oggi, però, un mio amico sta pagando ingiustamente per la rapina organizzata ai danni di Behrami”.
L’amico a cui Russomagno si riferisce è Raffaele Guerriero, indicato di essere uno dei due rapinatori che nel 2012 sfilarono il Rolex dal polso del calciatore, minacciandolo più volte con una pistola, nella centralissima Riviera di Chiaia. Ma già nella fase di indagini, lo svizzero aveva riconosciuto Guerriero e ieri, presso il Tribunale di Napoli, ha confermato la sua tesi, con grande sicurezza (“Ricordo bene chi mi ha fatto del male, ho un’ottima memoria fotografica“) mentre ha escluso la partecipazione di un’altro uomo, indicato dal pentito.

L’orologio, come ricordato dallo stesso calciatore, gli fu riconsegnato pochi giorni dopo al centro di allenamenti di Castelvolturno, mentre firmava autografi. Russomagno ha le idee chiare su quale gruppo sarebbe responsabile delle aggressioni: “Tra i gruppi ci sono, in particolare, i Mastiffs che non gradiscono le dichiarazioni dei calciatori contro la violenza negli stadi. Non so chi commise le rapine, ma so che sono stati proprio loro a far avere indietro gli orologi“. Dichiarazioni tutte da verificare, anche perché Behrami ha più volte sottolineato di non avere nessun rapporto con gli ultras, né di essere stato invitato a feste organizzate dai tifosi.

Quello di Behrami è stataosolo l’ultimo episodio violento subito dai calciatori partenopei: ben otto sono stati i colpi messi a segno tra il 2008 e il 2012. Due volte il “protagonista” è stato Marek Hamsik che subì una rapina subito dopo una partita, nei pressi dello stadio San Paolo, poi fu la volta di Edinson Cavani e della moglie, così come Ezequiel Lavezzi e la compagna Yanina che si sfogò sui social network (“Napoli città di m…“).
Più volte si è sospettato che tutti questi episodi non fossero isolati,  ma fino ad oggi, la Procura non ha mai avuto riscontri che confermassero questa tesi.

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