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Umberto Eco - Baudolino.

Creato il 12 novembre 2010 da Enricobo2
Umberto Eco - Baudolino. L'altro ieri era San Baudolino, patrono della nostra città e personaggio emblematico della stessa. Visse nell'VIII secolo al tempo di Liutprando e seguendo il filone pauperistico fece l'eremita facendo miracoli, parlando agli animali e prevedendo il futuro, un po' sciamano, un po' Vanna Marchi, tanto per capirci. Perchè è un archetipo della mentalità alessandrina? Per capire bisogna raccontare il suo miracolo principale, che bene definisce il Santo e quello che sarà la sua città. Dunque ecco il fatto: Liutprando in una caccia colpì per errore l'amatissimo nipote Anfuso, con una freccia che si rivelerà fatale. Pazzo di dolore il re corse da Baudolino che nel suo eremo si intratteneva davanti al volgo parlando a cervi e orsi della zona, pretendendo il miracolo e promettendo sfracelli in caso non fosse stata esaudita la sua richiesta.
Il potere è sempre uguale, quando pretende vuole essere soddisfatto. Cosa avrebbe fatto un santo normale, concreto, possiamo dire banale? Avrebbe fatto guarire il giovane e raccolto le prebende. Troppo semplice e non in linea con la mentalità alessandrina. Il buon Baudolino parlò a lungo col re e lo convinse che non c'era niente da fare; il giovane sarebbe morto e che si mettesse l'animo in pace. Liutprando convinto se ne andò in lacrime, ritirando le intenzioni malevole e sostituendole con opere buone. Ecco il miracolo all'alessandrina. Così, pensando a queste cose ho ripreso in mano il Baudolino del mio conterraneo Umberto Eco, libro che mi sono gustato moltissimo e che vi invito a scorrere se ancora non lo conoscete.
E' uno dei suoi libri più gustosi. La storia di un picaro alessandrino chiamato proprio Baudolino in onore del Santo, mentitore e intelligente e della sua folgorante carriera, in cui verità e menzogna si mescolano in maniera indistricabile fino alla fine. Un affresco medioevale stupendo e divertente, con l'imperdibile incipit di un intero capitolo in una lingua inventata tardo latino-dialettale, che vale da sola l'intera opera, che tanto essendo ormai nei tascabili costa anche poco, per dirla all'alessandrina. Perchè la nostra testa funziona così, cari miei, troppo smagati e poco inclini all'entusiasmo, sempre pronti alla critica distruttiva e allo stare a guardare le altrui iniziative con incredulità. Per questo la città è sprofondata in una decadenza senza speranza. Se escludiamo l'800, in cui proprio da qui è partita l'idea di una rivoluzione che ha condotto all'Italia unita e, sull'onda di questo entusiasmo, la città è rifiorita fino agli anni 30 del 900, è poi cominciato l'inarrestabile declinio, la cui responsabilità o il merito va ricercata soprattutto nella testa dei suoi abitanti.
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