Riceviamo e pubblichiamo
Mentre in tutto il Paese sale la protesta dei Disabili e malati gravi per vedere aumentato l’assegno di cura , in Umbria ancora la richiesta è rimasta totalmente inevasa. Quindi il problema è introdurlo non aumentarlo. Per i disabili gravi e malati gravi rimane solo la strada delle RSA con le spese e le problematiche che ciò comporta per i Disabili gravi ed i familiari unitamente ad una assistenza sicuramente meno umana, salvo rare eccezioni. La cronaca ogni tanto porta alla ribalta situazioni veramente poco edificanti.
Nascono o comunque vegetano invece RSA private o cooperative che non riescono a dare soddisfazione ne ai dipendenti ne ai ricoverati . Di contro la spesa è molto alta. E pensare che con la medesima spesa si potrebbe dare l’assistenza indiretta con persone scelte dal Disabile o dalla propria famiglia ad un numero almeno doppio. Un motivo ci sarà pure? Io non credo molto alla teoria della malvagità dei politici . Credo invece che ci sia un interesse politico che supera ogni sentimento . Purtroppo bisogna convenire sul fatto che la politica preferisce foraggiare i privati , piuttosto che dare un aiuto alle famiglie . Preferisce deportare gli anziani nelle RSA piuttosto che lasciarli in casa a curarsi vicino ai propri cari. Preferisce che le cooperative paghino pochissimi euro all’ora i propri dipendenti piuttosto che vedere una badante in regola e che percepisce quello che il contratto prevede. La conclusione di questa giostra è che :
1 – i dipendenti di cooperative o di privati sono sfruttati e sono in numero basso rispetto alle persone da assistere.
2 – le famiglie non vengono aiutate ed allora anche le badanti non lavorano nelle condizioni migliori sotto ogni profilo.
3 – disabili o malati gravi non possono certo essere soddisfatti. Rimane soddisfatto solo chi gestisce questa attività come una qualsiasi attività economica. La conclusione è che rimangono soddisfatti solo quelli che con la disabilità non c’entrano nulla; cioè chi gestisce le RSA. Questo è il punto vero della discussione .
Ottavio Nulli Pero