Dieci maggio 2013. Nuvolo e ventilato. Tutto procede regolarmente. Tutto procede con quella regolare monotonia figlia di una regione verde e senza mare. Monotonia a volte spezzata da qualche gigantesca macchietta di troppo. Sarà il regime quarantennale, sarà un’amministrazione ormai radicata nel territorio, sarà quel che sarà, ma queste macchie sono visibili a occhio nudo. Il loro nome è ecomostri che tradotto suona a grandi linee così, super strutture che rovinano il paesaggio e hanno un impatto visivo devastante su chi ci poggia lo sguardo. Basta uscire da Perugia ed entrare nel comune di Corciano, ormai divenuto un feudo da tempi storici. Feudo diventato orfano dopo che l’attuale senatrice Nadia Ginetti, è andata in Parlamento. Ergo, paesello commissariato, nuove elezioni con un anno d’anticipo. La renziana doc dai lineamenti signorili non ha però messo il punto su numerosi questioni prima di andarsene, fra questi i due ecomostri, quello di Strazzacapponi e di San Mariano.
A Strozzacapponi la “faccenda” è complicata. Tutto inizia a metà degli anni 70’, quando due signori decidono di aprire un’azienda di detersivi, mettendo così radici alle porte di Perugia. Una gigantesca struttura in cemento armato e lamiera si insedia nel verde delle colline umbre, rompendo il silenzio idilliaco proprio di quei posti. Ma si sa, qui si parla in posto di lavoro e lo scotto della distruzione paesaggistica è in fondo ben ripagato. Una compensazione che però dura ben poco, visto che l’azienda fallisce, mandando tutti a casa. A quel punto la struttura rimane in piedi in tutto il suo orrore.
Ad entrare in scena a questo punto è una cordata di imprenditori che comprano la struttura per una cifra consistente. L’intuizione dell’ex sindaco Palmiero Bruscia è semplice e geniale, dismettere l’aria e convertirla in area edificabile. Passano gli anni, neanche molti, e si passa alla bonifica della zona necessaria per iniziare la costruzione di quelli che sarebbero dovuti diventare trecento appartamenti. In Italia c’è sempre un però. Questo però stavolta ha il nome di traliccio.
Traliccio che blocca i lavori e manda all’aria tutti i progetti dei costruttori che con un accordo con il Comune di Corciano hanno investito in quella zona per riqualificarla e buttare giù l’ormai celebre ecomostro di Strozzacapponi. Le soluzioni proposte sono state tante da parte dei poveri imprenditori che non sono riusciti a trovare un accordo con l’amministrazione locale.
Che si siano affezionati alla struttura fatiscente? Pare che il gruppo su Facebook “L’ecomostro di Strozzacapponi” non nutra però lo stesso affetto per questa struttura. Altro giro, altra corsa. Spostandosi verso San Mariano, nascosto tra i palazzi questa volta c’è il teatro ad attirare l’attenzione. Piccolino e incastrato a regola d’arte tra le mura di due edifici, vive ormai lì da otto lunghi anni, soffrendo sicuramente di solitudine. A dare vita alla costruzione era stato Chiabolotti che una volta finita la struttura l’aveva gratuitamente ceduta al Comune.