Luciano Belviso e Angelo Petrosillo, trentenni, producono a Monopoli il "superleggero" più leggero al mondo. Una storia che ha tutti gli ingredienti delle favole (Fonte: Riccardo Luna)
La Blackshape
Se poi la questione dei giovani che ce la fanno è che facciano cose vere, concrete, materiali, "e non il solito sito internet", allora guidate verso sud, e fermatevi un po' prima del Salento della taranta, del mare azzurro e delle discoteche. Fermatevi a Monopoli.Lo vedete dalla strada il capannone che cercate. Fuori c'è un cartello con la scritta Blackshape e sopra c'è la foto di un aereo in volo. Ebbene sì, Luciano Belviso, 30 anni fra una settimana, e Angelo Petrosillo, 30 anni ancora per qualche mese, nella vita disegnano, progettano, costruiscono e vendono aerei. Aerei. Piccoli, favolosi, aerei ultraleggeri in fibra di carbonio. Lo fanno da più di quattro anni (cioè da quando di anni ne avevano 26 - NdR).
Ne hanno già venduti 53 esemplari in 24 paesi. In testa Sud Africa e Russia. L'Italia è esclusa, per ora: sarà la crisi. Ma Blackshape non è soltanto un esempio del nuovo made in Italy: è la storia forse più luminosa della innovazione possibile, nonostante tutto, in questo paese. Adesso. Perché è una storia che, come le favole migliori, ha tutti gli ingredienti al posto giusto.
Intanto il capitale umano. Cioè
loro due, Luciano da Bari e Angelo da Monopoli. Si conoscono alle
superiori, sono stati eletti nella consulta studentesca e si incontrano
lì. Diventano amici anche se sono diversi. Luciano è appassionato di
aerei e vuole fare l'ingegnere, Angelo è un umanista con un talento per
il business. Finiscono tutti e due a Parigi, per completare gli studi e
potrebbero restare lì o andare in giro per il mondo: i classici cervelli in fuga. E invece tornano a casa. In Puglia.
E
veniamo al secondo ingrediente: il ruolo delle istituzioni pubbliche.
In Puglia la prima giunta guidata da Nichi Vendola ha deciso di cambiare
le politiche verso i giovani: non più soldi agli enti per la formazione
professionale per darli invece ai ragazzi per realizzare un'idea. Si
tratta di dare uno sbocco ai Bollenti Spiriti dei ventenni, il progetto
si chiama proprio così. Angelo e Luciano partecipano, vincono, e con 25
mila euro a fondo perduto tornano a casa.
Il terzo ingrediente è
l'idea innovativa. La voglia di fare qualcosa di nuovo. "Faremo mobili
di design in fibra di carbonio" avevano detto i due per vincere il bando
della regione Puglia. Ma poi hanno cambiato tutto. O quasi. La fibra di
carbonio è rimasta, ma hanno deciso di usarla per fare aerei invece di
tavolini e sedie. L'ispirazione dicono di averla avuta da un certo Bepi
Vidor, "un mito dell'aeronautica italiana", che abita vicino Treviso
dove si diverte a progettare aerei. Ancora oggi Angelo e Luciano ogni
tanto dicono di andare fin lassù a chiedere consiglio.
Il quarto
ingrediente sono i capitali privati. Perché senza quelli non si va da
nessuna parte "e la nostra idea sarebbe rimasta una buona idea e basta".
Infatti è bello dirsi che Blackshape è nata con appena 25 mila euro. Ma
se un giorno in cui stavano per mollare tutto, Luciano ed Angelo a
Monopoli non avessero incontrato l'imprenditore Vito Pertosa, che ha una
azienda leader mondiale della diagnostica per treni, e non lo avessero
convinto a investire in Blackshape la storia sarebbe finita lì. E invece
con un milione di euro è diventata quello che è oggi.
Il
prodotto. È la Ferrari dei cieli, dicono nel resto del mondo. Non a caso
uno dei primi a far visita alla fabbrica è stato il presidente della
Ferrari Luca Cordero di Montezemolo (...Monte Prezzemolo ha "fatto visita", ma non risulta che abbia scucito un solo cent... NdR).
Ma quello che colpisce dei tre
modelli che escono dallo stabilimento di Monopoli, sono i numeri: "Un
Blackshape pesa circa la metà dei concorrenti, è più veloce e consuma
molto meno" giura Luciano che ne cura la progettazione.
L'azienda
è l'ultimo ingrediente. Mixare talento personale, idea, soldi, sostegni
pubblici, prodotto e far diventare il tutto una azienda. Valore. Posti
di lavoro. Racconta Angelo: "Oggi abbiamo quasi 70 dipendenti e lo
stabilimento ha appena raddoppiato i metri quadri. Siamo a quattromila.
L'obiettivo è passare da quasi due a quattro aerei al mese. Se ci
riusciremo diventeremo il settimo produttore mondiale".
Pazzesco
no? Ma quel che colpisce è l'attenzione a certi dettagli. Le politiche
di genere per esempio: "Fra i dirigenti c'è una perfetta alternanza fra
uomini e donne. Due volte alla settimana la spesa viene consegnata in
fabbrica. E l'orario d'ingresso è flessibile per chi porta i figli al
nido". E poi l'apertura ai nuovi talenti: "Ogni sei mesi dieci studenti
di ingegneria fra i migliori di Europa vengono invitati a far parte del
nostro laboratorio, dove gli viene dato un progetto specifico. Il
migliore progetto viene realizzato, porterà per sempre il nome dello
studente che viene assunto a tempo indeterminato".
Tutto ciò non
è casuale o voglia di essere a tutti i costi politicamente corretti:
tutto ciò è figlio del fatto che Luciano e Angelo sono dove sono grazie
all'innovazione e sanno benissimo che senza ricerca non c'è sviluppo.
Per questo Angelo lavora ad una proposta affinché si crei in Italia "un
acceleratore di investimenti per le piccole aziende ad alto contenuto
tecnologico". Un suo appunto è già finito sul tavolo di palazzo Chigi
nei giorni scorsi.
La storia potrebbe finire qui e invece
probabilmente è appena iniziata. Perché l'obiettivo adesso è di
costruire l'aereo più ecologico del mondo. Luciano ha un modo bellissimo
di dirlo: "Per fare le cose, bisogna farle. Senza aspettare niente e
nessuno". Si chiama innovazione senza permesso.
Questa storia è nata 4 anni fa, ma abbiamo dovuto aspettare il ferragosto 2013 per conoscerla. E' una storia che apre il cuore, e produce in noi sentimenti contrastanti:
- l'dea che l'Italia avrebbe dei talenti capaci di innovare, ma che raramente li usa, o permette ai titolari di usare il loro talento
- non tutti i ggiovani vivono di facebook e ipod
- l'idea non nasce nella Padania mitteleuropea degli "uomoni del fare", ma accanto allo splendido e povero Salento
- l'idea prende corpo non già dalle minchiate liberiste alla Ichino, ma dalle idee liberiste del post-comunista Vendola, e dalla sua idea di incentivazione alle star-up. Non si innova cambiando nome a cento strade, si innova "facendo cose", non facendo le "Cento Cose". Meglio una "cosa" fatta, e fatta bene, che "Cento Cose" fumose, che non valgono neanche il costo della carta su cui sono stampate.
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Ciliegina sulla torta: fa un certo effetto constatare che certe storie abbiano maggior rilievo (e anche priorità cronologica) sito di DW, che sui media italiani...
Two young Italians dare to fly
While the younger generation is leaving Apulia in southern Italy, two young entrepreneurs returned - with a business plan that is taking them to new heights.
In Apulia the crisis is not immediately visible. It's hiding behind old city walls, in charming narrow streets, and on fishing boats in the harbor. The only shouts of protest are prompted by the local soccer team.
Italy's economic misery doesn't inspire anyone in these parts to take to the streets. And why should it? The people of mezzorgiorno, as the lower half of the country is known, are no strangers to the crisis that has now taken the upper half hostage.
Prima is ultra light and ultra fastIn economic terms the South has been limping behind its northerly counterpart for decades, and is considered one of western Europe's least developed regions. More than 40 percent of those under 25 are unemployed.
School friends Angelo Petrosillo, 30, and Luciano Belviso, 29, both come from Apulia. And it is there, in the coastal town of Monopoli, that they started their Blackshape business two years ago. A couple of years earlier the idea would have been ridiculed.
"Ever since we were little, we were told we'd have to leave the South if we wanted to have successful careers," Angelo Petrosillo said.
Career or home?
Like most of their friends, as young men they turned their backs on their native South. Angelo went to Pisa, where he studied law, while Luciano graduated as an aviation engineer in Turin. For their masters degrees, they both went abroad: to Switzerland, Russia and Paris.
The company's order books are fullWell qualified, the world was their oyster, and they quickly found their first, and well-paid jobs. They belonged to the breed of privileged, mobile young people that Italy is losing hand over fist.
The only time they went back to Apulia was to visit family. Until 2009, when they decided to take part in a competition which promised start-up capital for the best entrepreneurial idea, as long as the winner was based locally. The jury was convinced by their entry: a modern ultra light aircraft made of carbon, in Apulia.
"We were actually looking for tips about starting up a business," Angelo Petrosillo said. "By the end of the conversation, the investor was on board with a million euros to get us going."
The young businessmen have been running Blackshape for three years now, and have already created some 40 jobs. "You have to dare to think big," Lucian Belviso said. "And that is a characteristic that is missing in many young people in Italy."
Il filmato