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Un affare di stato

Creato il 27 settembre 2012 da Funicelli
La vendita delle armi: un affare di stato, lucroso e poco trasparente (e non solo perché parliamo della sicurezza di una nazione). Dopo il caso Finmeccanica, con le tangenti al gruppo e al suo amministratore, i giornalisti Duccio Facchini, Michele Sasso e Francesco Vignarca hanno cercato di fare un pò di luce su questo settore dell'industria  così strategico.
Il libro esce con la collana reverse di Chiarelettere: "Armi, un affare di stato".
La scheda e alcuni pretesti di lettura:
"Non ci sono segreti in questo mondo. Se delle armi vengono contrabbandate, sicuramente è perché dietro c'è qualche agenzia governativa."
Val Forgett, commerciante internazionale di armi
"Fecero il deserto e lo chiamarono pace."
Tacito
C'è un business internazionale che continua a macinare miliardi. La Grecia sull'orlo del default è il paese in Europa che spende di più per la difesa. L'Italia è il quinto produttore mondiale di armi, che esporta in tutto il mondo. Simboli del made in Italy, anche in questo settore, sono la corruzione e gli scandali, soprattutto quelli legati a Finmeccanica. Soldi, soldi, soldi. È fondamentale provare a guardare il mondo attraverso questo business che arricchisce una lobby internazionale potentissima. Un mercato cresciuto del 50 per cento negli ultimi dieci anni. Questo libro percorre per la prima volta la filiera delle armi raccontandone affari, interessi e ritorni economici. Con nomi e cognomi di banche, politici, manager e imprenditori. IN COLLABORAZIONE CON "ALTRECONOMIA".

"Il cittadino deve avere il diritto di difendersi se lo Stato non riesce a proteggerlo. Poi, certo, le armi bisogna saperle usare. Ma è un problema di istruzione. Credo che non si farebbe male a mandare i ragazzini al poligono di tiro."
Ugo Gussalli Beretta, patron della Beretta, la principale industria italiana di armi leggere.
"Le armi impiegate contro i manifestanti [della primavera araba] sono state vendute per buona parte dai paesi europei, dalla Russia e dagli Stati Uniti."
Da un rapporto di Amnesty International, 2011.
"In Medio Oriente è la Siria che ha visto crescere maggiormente il proprio volume di importazioni di armi: 580 per cento in più nel periodo 2007-2011... Un numero dietro il quale c'è la tragedia di un intero popolo."
"Nel 2012 l'Italia destinerà al comparto della difesa oltre 23 miliardi di euro."
"Possiamo discutere sugli investimenti, qualche aereo in meno, qualche fregata in meno, ma trovando un equilibrio tra riduzioni possibili e la necessità di non recare danni all'industria militare italiana."
Ignazio La Russa, ministro della Difesa, agosto 2011
"L'Italia, che nella sua Costituzione dichiara di ripudiare la guerra, ha venduto armi per 3,2 miliardi di dollari in cinque anni (2007-2011)."
"Il business legale delle armi è una macchina capace di divorare a livello mondiale oltre 1700 miliardi di dollari all'anno."

Gli autori:
Duccio Facchini scrive per il mensile "Altreconomia" ed è attivo nel movimento d'impegno civile "Qui Lecco libera".
Michele Sasso, giornalista free-lance, collabora con il settimanale "l'Espresso".
Francesco Vignarca è coordinatore nazionale della Rete italiana per il disarmo, cura per "Altreconomia" il blog "I signori delle guerre" ed è autore di MERCENARI SPA (Bur 2004), IL CARO ARMATO (Altreconomia 2009) ed ECONOMIA ARMATA (Altreconomia 2011).

Il link per ordinare il libro su ibs.

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