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"La psicologia del trader"
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Un'alternativa all'Italia E' domenica e allora rilassiamoci un po' allontanandoci per un giorno dai mercati! Vi propongo la storia di un italiano che si è trasferito all'estero con successo.
Ricevo quotidianamente e-mail da persone che stanno cercando un'alternativa alla situazione italiana, che sperano di trovare negli Stati Uniti, dove vivo e opero io, oppure in altri paesi del mondo, le opportunità che sembrano essere sempre più difficili da cogliere nel Bel Paese. Per la maggior parte, si tratta di giovani in cerca di opportunità di lavoro, in altri casi si tratta di intere famiglie che vogliono trasferirsi per vivere in un nuovo contesto e per offrire maggiori chance ai propri figli. Alcuni sono anche imprenditori che vogliono espandere il proprio business a livello internazionale e che si stanno guardando intorno per capire dove spostare la sede principale della propria azienda e come riuscire a diventare più competitivi. Qualunque sia la loro provenienza e le loro aspirazioni, tutte queste persone hanno un obiettivo in comune: lasciare l'Italia. Ma solo poche, molto poche, riescono effettivamente a farlo con successo. Qual è dunque il segreto per staccarsi dallo Stivale e costruire una nuova vita in un posto che è più vicino alle nostre aspirazioni? Cercherò di rispondere partendo dalla mia esperienza personale. Quattro anni fa, dopo una lunga carriera di successo in ambito giornalistico, che mi aveva portato alla direzione di diverse riviste nel Gruppo Mondadori e poi nel Gruppo Il Sole 24 Ore, decisi di lasciare tutto e di trasferirmi in Florida con la mia famiglia. Sulle coste del Golfo del Messico, ho costruito una nuova vita sia personale sia lavorativa che mi ha dato tantissime soddisfazioni e che soprattutto ha offerto alla mia famiglia nuove opportunità per il futuro. Tuttavia, ricordo chiaramente, che la partenza non è stata così semplice e ha richiesto più di un anno di lavoro molto intenso dopo che la decisione iniziale era stata presa ed era stata presa in modo definitivo. E su quest'ultimo punto insisto perché è il primo segreto da conoscere quando ci si prepara a un passo tanto importante come quello di lasciare il proprio paese di origine. La decisione deve essere definitiva e deve essere condivisa appieno da tutte le persone coinvolte. Naturalmente è più facile lo spostamento di una singola persona, visto che dovrà fare unicamente i conti con se stesso e visto che tutti i passi successivi saranno semplificati: logistica del trasloco, procedure di immigrazione, inserimento nel nuovo contesto. Quando si deve trasferire un'intera famiglia entrano in gioco molti più fattori che si intrecciano vicendevolmente e che richiedono la massima compattezza di decisione a ogni passo del progetto. Come si arriva a una decisione definitiva? Si valutano innanzitutto le proprie motivazioni originali. Ho visto persone che stavano semplicemente tentando di sfuggire da una situazione personale sgradevole e che pensavano che il trasferimento all'estero avrebbe reso tutto più semplice: avrebbero trovato lavoro in un batter d'occhio, avrebbero guadagnato tanto con poca fatica e si sarebbero tolti di torno il capo scorbutico o qualche parente antipatico. Magari avrebbero trovato il famoso “posto fisso” che non riescono più a trovare in Italia. Queste persone naturalmente non ce la fanno e, a dire il vero, nemmeno ci provano nella maggior parte dei casi. Appena scoprono che il progetto richiede pianificazione e dedizione, si arrendono e cercano qualche altra “soluzione”. Il trasferimento in un altro paese non è mai una cosa semplice. Ci sono tante cose grandi e piccole che devono essere fatte e rifatte prima di arrivare in una situazione stabile, perciò ci vuole parecchio lavoro e parecchia buona volontà. Serve anche una certa esperienza e una certa stabilità di vedute. Teoricamente, dovrebbe essere più facile trasferirsi per un giovane che sia senza lavoro e che stia cercando il suo primo impiego: non ha forti vincoli di lavoro o famigliari che lo legano all'Italia ed è solitamente pronto a sperimentare cose nuove. La difficoltà in questo caso, da quel che vedo, è che l'eccessiva tendenza alla “sperimentazione” al cambiare idea e la ricerca di qualcosa che solitamente non è ancora ben formulato, impedisce di arrivare al risultato. Da quel che vedo, chi ha maggiore possibilità di successo sono le persone che già hanno una certa esperienza lavorativa e che non stanno a tutti costi cercando di fuggire da una situazione sgradevole in Italia, ma che scelgono di lasciare un mondo in cui si sono già integrati, ma che non li soddisfa più, per cercare qualcosa di meglio, di più vicino ai loro desideri. In questo caso, la routine, il fatto di avere già una situazione stabile, tende a frenare e costituisce l'ostacolo principale. Si deve quindi partire da un'analisi chiara, completa e convincente, innanzitutto per se stessi, del motivo per cui si vuole cambiare. E tale analisi deve essere ancora più convincente nel caso in cui dobbiamo coinvolgere una compagna o compagno di vita oppure una famiglia. I figli devono essere partecipi e avere loro stessi il desiderio di trasferirsi, altrimenti il percorso diventerà molto più difficile. Una volta chiarito che si vuole davvero andare, non tanto perché attirati da qualche paradiso irresistibile, ma perché non vogliamo più restare in Italia; e una volta chiarito che l'uscita dall'Italia non è una fuga inevitabile, ma è una libera scelta personale, siamo pronti al prossimo passo. Fonte: Voglio vivere così
Dott Fabio Troglia
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