Un'altra Italia è possibile. E si trova a Torino.

Creato il 02 maggio 2011 da Vanderkraken
Riporto le parole di un blogger che seguo da tempo, che descrivono Torino.
Tra l'altro, lui, romano, si è appena trasferito a Milano. E, un giorno di festa, lui e il suo ragazzo prendono e vengono a Torino - e, devo dire, sono piacevolmente stupito che qualcuno da Milano si sposti verso ovest per venire da noi: segno che le cose sono cambiate più di quanto noi torinesi percepiamo da qui dentro:
[...] Un gioiello come la nostra meta finale nella giornata di ieri, Torino, che sembra sinceramente appartenere ad un altro paese. E’ l’Italia, lo so, ma un’altra Italia. Distante anni luci dal resto della penisola. La giornata è splendida, i palazzi sono ‘affrescati’ con tricolori in ogni dove, e in centro ci sono varie manifestazioni ad hoc, per festeggiare come si deve il Primo Maggio. Centinaia di coccarde e di bandiere ROSSE annunciano la pesante presenza in piazza dei ‘Comunisti Italiani’, la cui esistenza pensavo appartenesse ormai al passato, con i centri sociali che animano cortei e piazza a suon di musica.

Dietro la magnifica Mole Antonelliana da pochi giorni è iniziato il Festival Internazionale del Cinema Gay, pubblicizzato OVUNQUE in tutta la città. Davanti al cinema troneggia un banchetto EuroPride 2011, con gadget, pacchetti ‘vacanze’ per partire per Roma, con annesso pernottamento. Nel vederlo resto quasi di sasso. In pieno centro e con tanta visibilità. Per me, romano, pura fantascienza. Eppure qui nessuno inveisce contro nessuno, non ci sono slogan fascisti o urla contro il Festival GLBTQ che ‘colora’ la città. La tranquillità, la gentilezza, l’educazione e l’accettazione dominano tutto e tutti. Se nella ‘gay-friendly’ Milano passeggiare abbracciato al mio lui comporta occhiatacce di sdegno, anche nella parte più finocchia del quadrilatero modaiolo, qui la cosa passa ‘quasi’ inosservata.

La città, che da quel poco che ho potuto vedere perfetta NON è soprattutto nella parte periferica, trasuda comunque cultura e impegno politico, colpendo nel segno. Perché un’altra Italia è forse possibile. Perché un’altra Italia forse già esiste. E si trova a Torino.

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