L’identità della nostra città e data anche dal suo paesaggio, dalla stratificazione storica che si è venuta a determinare nei secoli. In ogni edificio storico è contenuta una frazione della nostra identita’ collettiva che è un bene pubblico inalienabile e che non ha prezzo.
Purtroppo ancora una volta l’alleanza informale ragionieri del comune – sovrintendenza – funzionari dell’urbanistica – amministratori pubblici è riusciata in quello che non sarebbe possibile. Vendersi un pezzo di storia di Genova per far quattrini da buttare nella voragine. Come se dopo che ci saremo venduti anche la lanterna – e siamo su quella strada con annessa variante di destinazione d’uso per farci un grattacielo con residenze e servizi - qualcuno dal cielo ci restituisse la nostra storia , ci permettesse di recuperare la qualità della vita che dovrebbe essere il segno di una città e che ci stanno vendendo pezzo a pezzo. Si perché villa Raggio è tutto questo. Una bellissima villa , un parco, era diventato un centro per la riabilitazione ortopedica, un centro di salute mentale. Funzioni preziose per un bene pubblico preziosissimo.
Be secondo i nostri amministratori dovremmo scordaci tutto questo. Villa privata, adeguatamente ampliata e ristrutturata, box nel parco e piscina nel giardino. Voi potreste dire beato chi se lo puo’ permettere…..
E invece no, nessuno potrebbe permetterselo era un bene pubblico, una villa storica vincolata , un bene ambientale non eliminabile, una villa storica non frazionabile in appartamenti, un giardino storico in cui il regolamento comunale vieta espressamente di costruire box, un polmone ambientale per la città.
E invece…. Siccome la delibera è stata approvata la mattina del 7 dicembre e il puc il pomeriggio la villa non è più vincolata. Come se i funzionari del comune non sapessero che stavano svendendo un bene pubblico che il comune nel pomeriggio intendeva vincolare.
Stiamo scherzando? Qui la compartimentazione – storica piaga degli uffici comunali – non centra niente. Tutta Genova sapeva che quel giorno si sarebbe approvato il Puc e fare una delibera che lascia libero campo alla speculazione non è un atto di disattenzione, è un reato, certo un reato di lesa cultura, di lesa storia, di lesa bellezza , di ignoranza della cultura urbanistica e storico ambientale, per quelli penali e contabili mi rimetto alla magistratura.
Non è la prima volta che l’asse informale ragionieri , geometri, urbanisti, e sovrintendenti si muove in favore della speculazione , dell’interesse privato a danno dell’interesse pubblico.
Ma si puo’ andare avanti cosi’, con iter privilegiati per gli speculatori danarosi, autorizzazioni sul filo di lana, silenzio degli organi di controllo e della magistratura?
Andrea Agostini Presidente Circolo Nuova Ecologia Legambiente Genova Tratto da OLI Osservatorio Ligure sull'Informazione BENI PUBBLICI : Addio Villa Raggio Dal funzionario una risposta perentoria: “Vale l’ora”. Cioè ? Se la delibera è stata approvata la mattina del 7 dicembre ed il Piano Urbanistico Comunale è stato approvato il pomeriggio del 7 dicembre, la delibera non rientra nel Piano approvato. Fine. Così pare si sia compiuto il destino di Villa Raggio, via Pisa 56 in Albaro, l’ex istituto S.Giorgio entrato nel circuito del patrimonio da dismettere della Regione Liguria, dopo una lunga querelle con l’erede di chi l’aveva donato quarant’anni fa per fini “socio-sanitari”: si era ribellata Edvige Jole Oberti, torinese, dopo aver saputo la modifica di destinazione d’uso dell’edificio e in un primo momento il Tar aveva accolto una sospensiva, ma poi non c’è stato niente da fare.