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“Un’americana a Caltagirone” di Salvatore Cosentino – Storia d’amore al di là del bene e del male

Creato il 03 novembre 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

COSENTINO_CALTAGIRONE_COVERdi Giuseppe Nativo. “Quel braccio di strada della Sicilia orientale che collega il mare di Catania col mare di Gela” è il lembo di terra isolana che rappresenta l’incipit, di riecheggiante memoria manzoniana, e che fa da palcoscenico all’ultima fatica letteraria di Salvatore Cosentino, “Un’americana a Caltagirone – Storia d’amore al di là del bene e del male” (Youcanprint, Roma 2013, pp. 164). Un palcoscenico “dove i popoli antichi del Mediterraneo hanno recitato i più appassionati drammi di amore e di morte”. Una mirabile scenografia ambientale, rimasta quasi immutata, fino ad oggi, dove l’occhio dolcemente plana sul verde scuro degli aranceti e l’olfatto si inebria di dolce effluvio di zagara.

E’ questa la location in cui è inserita la sequela dei ventuno tasselli nei quali si snoda l’opera narrativa di Cosentino che “si aggiungerà agli altri drammi, scritti sulla sabbia dagli autori fantasiosi che avrebbero preteso di cambiare il mondo”.

Cosentino, riservato e maturo scrittore e giornalista di Mirabella Imbaccari, già docente di Scienza delle Relazioni Pubbliche a indirizzo pragmatista, si interessa di storia di Sicilia, di narrativa e di economia. Non pochi i volumi dati alle stampe. Da alcuni anni è conosciuto come l’autore del libro sulla “benzina solida” per aver strappato dall’oblio, con la sua scrittura sobria ed elegante, un’intrigante e quanto mai delicata e reale tematica che ruota attorno ad una strepitosa invenzione contrastata dai poteri forti delle multinazionali di idrocarburi.

“Un’americana a Caltagirone” trae spunto narrativo da una frase reale scritta sul muro di un casale abbandonato che si trova lungo la strada che da Catania va a Caltagirone: “Piluchina ti amo, ritorna”. Quale storia si può nascondere dietro questo messaggio? Il sogno e la realtà possono convivere senza infrangere la loro struttura? Domande cui l’autore cerca di dare risposta, catapultando il lettore in una moderna, travagliata e rovente storia romantica di due anime erranti e riuscendo a percepire i variegati aspetti del reale per coglierne le contraddizioni e stabilire i confini esistenti tra reale e immaginario. Sottile zona di confine dove l’interiore e l’esteriore sono i due poli di attrazione dell’intera architettura narrativa.

Testimone silenziosa è l’incantevole Sicilia che vede atterrare una lei, archeologa americana, assistente di Topografia antica all’Università di Princeton, con un marito, ufficiale in servizio nella base militare, distratto dalle esercitazioni e dai venti di guerra contro Saddam Hussein, che non ha mai sentito come proprio. La sua “compressione soffocante di una grande solitudine” stride con il fervore dei preparativi militari. E’ lì per assecondare un sogno che l’ha accompagnata da sempre: assaporare l’aria e la terra siciliana e cercare di curare il cruccio interiore, il forte “dramma che assillava il suo cuore fino alla disperazione”. Fortemente convinta che “la Sicilia è l’unico posto al mondo dove possono rivivere le favole della grecità”, si trova a vivere una intensa esperienza il cui iter inizia al bivio della superstrada Catania-Gela. Si imbatte in un giovane studente fuori corso, “dagli occhi grandi e vivaci”, tribolato da una forma di depressione che può essere considerata coma “un’ala di mosca agganciata a una nuvola scura inventata dalla medicina”. E il bivio rappresenta metaforicamente una svolta nella vita di entrambi, le cui anime sono accomunate dalla passione per l’archeologia che “illumina il passato e spiega il presente”.

L’intreccio è classico. L’autore, però, va oltre incuneandosi nel caleidoscopico panorama della metamorfosi di sensazioni dell’animo che partecipano al pulsare universale. Ma la novità sta proprio nelle analisi delle introspezioni dei sentimenti che si animano, si intrecciano al palpitare stesso della natura sicula dei posti in cui senso arcaico e magico della natura si toccano senza incontrarsi mai. Sono questi gli elementi primari cui trae solido fondamento il potere magmatico dell’amore che lega i protagonisti.

In buona sostanza un libro in cui l’autore consegna al lettore alcuni itinerari, fondati anche su un ricchissimo repertorio di riferimenti letterari, archeologici, filosofici, in un insieme di emozioni da leggere tutto d’un fiato e con un epilogo a sorpresa che intenerisce il cuore e induce a riflettere.

Featured image, cover, source Giuseppe Nativo.

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