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Un amico tra gli abissi

Da Fiaba


Venerdì 02 Novembre 2012 14:49 Scritto da danipi

amico-abissi
Di luce qui ne arriva poca, giusto il tanto che serve ad illuminare il contorno delle cose: alghe, spugne e coralli che si lasciano accarezzare dal soffio della corrente. Dietro una roccia , dopo una pinna triangolare, appuntita ecco spuntare una bocca grande , immensa che contiene due file di denti aguzzi, affilati come spade e apparire un corpo affusolato, allungato che taglia l’acqua con il suo muso appuntito.

Fa paura a guardarlo e solo a pronunciare il suo nome vengono i brividi: squalo. Il suo aspetto così minaccioso incute timore, ma non è quello che vuole lo squaletto che nuota nelle acque profonde di questo mare.  Il suo branco lo ha lasciato andare , perché uno squalo che non vuole mangiare gli altri pesci che squalo è?

Eh sì, il nostro amico ha davvero qualcosa di diverso dagli altri appartenenti alla sua specie: a lui non piace il sapore della carne, a lui disturba tantissimo la vista del sangue e pensare che dei piccoli pesciolini indifesi possano nuotare nella sua pancia lo far star male. Il guaio è che nessuno capisce i suoi pensieri, nessuno si ferma ad ascoltare quello che lui ha da dire, perché, appena lui arriva, gli altri scappano!

Vorrebbe esprimere i suoi pensieri, comunicare la sua voglia di stringere amicizia con tutte le specie di pesciolini colorati che nuotano nelle acque profonde dei mari infiniti che lui, percorre instancabilmente, alla ricerca di un amico. Quanti ne ha incontrati di pesci ! Colorati come le alghe del mare, a strisce come l’arcobaleno, iridescenti come perle, tutti splendidi e tutti irrimediabilmente spaventati da quel terribile aspetto.

Così, con la  tristezza come unica compagna , lo squaletto nuota per le sterminate praterie fatte d’acqua, coperte da un’ assordante cappa di silenzio: solo silenzio intorno, fuori e dentro al cuore.  Ma  a volte , le sorprese arrivano proprio quando meno te lo aspetti e così,  mentre lo squaletto si sta riposando vicino ad un piccolo corallo,un simpatico solletico gli accarezza la pinna.

Incredulo per quello che sta accadendo, si gira e cosa vede? Un bellissimo pesce pagliaccio, dall’aria felice , che sta cercando di attirare la sua attenzione.

“ Ciao”, saluta il piccolo pesce. Lo squaletto non riesce a rispondere alla domanda tanta è l’emozione ! Aveva aspettato, sognato tanto questo momento e ora che lo sta vivendo, non riesce a crederci, non sa che cosa dire, gli mancano le parole.

“ Io mi chiamo Brillo, sto navigando da solo, perché ho perso il mio branco, mi ero fermato a guardare una bellissima alga , mi sono girato e loro non c’erano più! Sapessi come è triste nuotare da solo nelle buie acque del mare, mi faresti un po’ di compagnia, mentre vado a cercare la mia famiglia?” Lo squalo non credeva alle sue branchie: finalmente un pesce che cercava la sua amicizia , che non lo temeva , ma che anzi chiedeva il suo aiuto.

“ Come ti chiami?” chiese Brillo avvicinandosi senza alcun timore alla infinita bocca dello squalo. Che domanda! Lo squalo, purtroppo, non sapeva

rispondere, nessuno gli aveva mai detto il suo nome e nessuno lo aveva mai chiamato. Con un po’ di imbarazzo, lo squalo rispose: “ Io non lo so come mi chiamo, mai nessuno me lo ha detto” .” Non c’è problema , ti troverò io un nome, da oggi sarai Gino.” E così Gino e Brillo , iniziarono il loro viaggio tra le correnti del mondo sott’acqua,in un mondo fatato, ovattato , immerso nel silenzio,  alla ricerca della famiglia di pesci pagliaccio. Sarebbe stato facile vederli, abbaglianti con il loro vivace arancione striato di nero, sarebbe stato un po’ più difficile convincerli che non ci sarebbe stato nulla da temere, anche se avevano vicino uno squalo.  Per entrambi era una sensazione nuova nuotare avendo un  amico con cui affrontare le onde, con  cui scegliere la corrente, con cui condividere la meraviglia per ogni nuova scoperta. E così, onda dopo onda, alga dopo alga, ecco che in lontananza si vede una grande macchia arancione … la famiglia di Brillo!!!!

Che felicità nelle branchie di Brillo e di nuovo la tristezza in quella di Gino …. Si era bello vedere il suo amico felice , ma questo voleva dire ritornare ad essere di nuovo solo e di nuovo tornare a vestire le  squame dello spavento e del terrore. Infatti, come se i pensieri di Gino avessero letto il futuro, appena il branco della famiglia di Brillo lo videro , si misero a scappare in tutte le direzioni cercando la salvezza. Ne dovette fare di fatica Brillo per convincere che Gino era un amico, l’unico amico che lo aveva aiutato a raggiungere il suo sogno. L’incredulità nei piccoli occhi del branco: uno squalo che aiuta un piccolo pesce senza minacciarlo, senza mangiarlo?

Davvero il mondo dell’acqua è molto strano , quante sorprese riserva! Vincendo la paura, il branco si avvicinò a Gino , lo accerchiò e cominciò a nuotargli intorno per ringraziarlo di aver riportato Brillo a casa . Che gioia nel cuore di  Gino, ma che tristezza nelle branchie a sapere che quegli amici, gli unici, presto se ne sarebbero andati, spinti dalla corrente. A Brillo non sfuggì questo pensiero: lo vide passare negli occhi di Gino, velati di tristezza, e così pensò che, magari, adottare uno squalo non sarebbe stata poi una cattiva idea , strana, originale magari, ma di certo bellissima. E così, a chi si trova a passare per i fondali delle acque degli oceani più lontani, può succedere di imbattersi in un branco di pesci pagliaccio, accompagnati da uno squalo dall’aspetto spaventoso, ma dal cuore dolce e buono come lo zucchero.



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