Magazine Attualità

Un amore di porpora: intervista all'autore Andrea Crosta di Moncalvo

Da Pianetagay @pianetagay
Andrea Crosta di MontecalvoHa da poco scritto un romanzo “Un amore di porpora” edito da Mjm edizioni. È una storia di intrecci relazionali interpersonali con una buona dose di attenzione ai lati psicologici e psicosociologici. Parliamo di Andrea Crosta di Moncalvo. Diversi sono i personaggi del romanzo e tutti sono uniti da vincoli. C’è qualcosa di magico nella lettura del romanzo. Si riflette sui rapporti soprattutto quelli di coppia tra persone dello stesso sesso e sui contesti sociali in cui essi si inseriscono. “Ho sempre pensato che codificare le dinamiche affettive dell’uomo fosse stupido. Non esiste un solo modo di amare o di stare insieme o di essere amici. Ogni rapporto è un compromesso unico e speciale fra due individui”, considera Andrea, ed è anche da questo elemento che si muove il libro.
Perchè “Un amore di porpora”?
Come sei curioso! Se te lo spiego svelo subito una parte del libro che è anche una piacevole sorpresa. Diciamo che la scelta del titolo è stata istintiva. Per lungo tempo, durante la stesura del manoscritto, era un altro. Lo tenevo lì provvisorio, giusto per non lasciarlo senza un nome. Se ci pensi il titolo è il nome proprio di un Testo, e almeno un nick name gli va dato. Poi, un mattino, ho deciso che andava “battezzato” e così, pensando alla storia e ai soggetti, e volendo forse anche dare un indizio sulla trama, ho deciso per “un amore di porpora”… Mi sembrava breve ma intenso, indicativo ma anche misterioso. In fin dei conti parlo d’amore, omo, bi , etero e di ogni altro genere, dalle tinte più o meno intense fino ad arrivare al porpora, che poi ha anche un chiaro riferimento ecclesiastico.
Quali sono stati i passaggi che hanno caratterizzato la scrittura del tuo romanzo?
E’ nato senza un vero e proprio pensiero. Non avevo steso una sorta di canovaccio, non mi ero immaginato la storia. Ho iniziato a scrivere e, man mano, tutto si sviluppava quasi autonomamente. I personaggi nascevano nella mia testa, prendevano forma e tutti insieme creavano la trama e gli incastri. A volte, rileggendolo, mi chiedevo se avessi scritto io certi passaggi. Mentre scrivevo alcuni brani mi è capitato di non rendermene davvero conto. Certo, alcuni personaggi sono stati eliminati e altri arricchiti, ma contrariamente a quello che insegnano alle scuole di scrittura, io non avevo minimamente in testa la traccia del libro. Ho scritto così, spinto dal desiderio di raccontare, di inserire nel libro parti di me, dei miei amici e delle persone che ho incrociato sul mio cammino; tutto è venuto da sé.

Che cosa significa scrivere oggi?

Che domanda difficile per un architetto! Sai, non mi ritengo uno scrittore: le mie esperienze di scrittura riguardano due testi/manuali su una specifica razza di cani, che, tra l’altro, allevo. Erano libri scritti in modo romanzato e discorsivo; non i tipici testi tecnici, ma non certo letteratura. Questo romanzo è la mia prima esperienza vera di narrativa. Di sicuro posso dirti una cosa: non scrivevo con un fine preciso, e nel momento in cui il libro è uscito ho provato una strana sensazione. Da un lato un libro è come regalare un’intima parte di sé, dall’altro è darsi in “pasto” al prossimo, rendendosi visibile e vulnerabile, ma anche disponibile all’incontro col prossimo.
Hai prefigurato un target di lettori preciso a cui ti sei voluto maggiormente rivolgere e qual'è il lettore che legge il tuo libro?
Come dicevo non avevo un intento specifico, ma a conti fatti trovo che il libro sia davvero per tutti. Noi gay possiamo facilmente riconoscerci in uno dei personaggi o in sfaccettature di più caratteri, così come in altri riconoscere amici e parenti. Per noi è forse un ripercorrere emozioni vissute e magari può servirci per far capire ad altri cosa viviamo e come viviamo. Per gli etero è un libro che, divertendo, tocca emozioni e spinge a riflettere su una realtà che a volte danno per scontata, che “accettano” senza aver mai davvero pensato cosa significhi essere gay o avere un amico gay. Il tutto in un’accezione ottimista, positiva e allegra. La vita è spesso già pesante; leggendo almeno ci si fa due sane risate.
Quali sono state le reazioni da parte del pubblico lettore, sia esso gay sia etero?
Per il momento molto positive. Certo, i pareri sono poi strani e, spesso, l’uno il contrario dell’altro. Chi preferisce la prima parte alla seconda o, viceversa, chi, conoscendomi di persona, riconosce eventi della mia vita, mentre chi, non conoscendomi, si trova comunque coinvolto. E’ un testo veloce, ironico, che si legge in fretta e che, a detta dei più, coinvolge in modo allegro facendo venire voglia di arrivare alla fine, e poi, forse, di rileggere alcune cose.
Hai voluto inoltrarti nell'analisi psicosociologica delle relazioni interpersonali, soprattutto nelle dinamiche affettive tra persone dello stesso sesso: che cosa il libro ci aiuta a comprendere e che cosa vuole dimostrare?
Le relazioni interpersonali sono un evento fondamentale nella mia vita: credo che gli altri, siano essi amici, parenti, compagni o semplicemente l’umanità, rivestano un’importanza primaria nelle nostre esistenze. Senza lo scambio, gli affetti, le amicizie, la vita sarebbe davvero triste. Ho sempre pensato che codificare le dinamiche affettive dell’uomo fosse stupido. Non esiste un solo modo di amare o di stare insieme o di essere amici. Ogni rapporto è un compromesso unico e speciale fra due individui. Certo, le dinamiche si ripetono in vari rapporti, ma ciascuno è diverso dall’altro. Penso sia importante scegliere di vivere il compromesso e non subirlo. Se poi questo non è capito dagli altri, poco importa. Se siamo noi che lo scegliamo consapevolmente e lo portiamo avanti, allora va bene; se, invece, lo subiamo passivamente, senza accettarlo o sostenerlo, ma solo vivendolo per inerzia, allora diventa un problema. Il libro tenta di dire questo: le regole ci sono e vanno bene, ma anche farne di nuove aiuta a crescere, dimostrando che siamo facilmente portati a criticare, ma che ognuno di noi ha una storia personale complessa che lo ha portato ad essere quello che è. L’accoglienza aiuta a capire e a migliorare il mondo, mentre la critica e la paura del diverso inaridiscono le nostre menti.

Coppie omosessuali legate da sentimenti comuni: l'affetto. E' possibile, magari soprattutto tramite la letteratura, squarciare le nubi dell'ignoranza e del pregiudizio che pongono ancora resistenza affinchè come gay si possa essere considerati persone complete?

Ne sono sicuro: da anni assistiamo alla “normalizzazione” dell’omosessualità. Certo, per quel che mi riguarda non dovrebbe esserci questa necessità, ma poiché siamo ancora circondati da stolti, ben vengano tutti quegli esercizi che aiutano la visibilità dell’affettività delle coppie same sex. Film, documentari, manifestazioni, trasmissioni televisive, fumetti, cartoni animati per ragazzi, libri, personaggi famosi che fanno coming out: tutto rende un servizio fondamentale all’evoluzione del pensiero. Ciascuno di noi, senza bisogno di portare il vessillo, ma secondo le proprie capacità e possibilità, è tenuto a svolgere un compito sociale fondamentale: dire ai propri amici, alle persone che condividono le nostre vite, a volte ai propri cari, che siamo gay facendoci vedere nella nostra completezza pone le basi per un futuro migliore, sia per gli etero sia per i loro figli omosessuali!

Hai altri libri nel cassetto?

Sì, ne sto scrivendo uno, sempre a tematica mista. Il vero problema è il tempo per la scrittura, tempo che ritaglio a tutti gli impegni di cui siamo oberati. Procedo a volte in modo più spedito altre meno ispirato, ma, chissà, prima o poi arriverà il secondo libro, sempre che il primo vi sia piaciuto.

Quale è un tuo invito a leggere "Un amore di porpora"

Per farmi pubblicità userò una recensione, che trovo davvero azzeccata, fatta da Alessandra Mascaretti, per anni editor da Feltrinelli e ora libera professionista che fra le altre cose collabora con Lina Sotis:
La vita è già di per sé una bella fregatura, figurarsi poi prenderla male… Con il sorriso sulle labbra il nostro Andrea Crosta di Moncalvo, "libero di amare", racconta la ricerca dell’equilibrio di uomini e donne come noi, più o meno tranquilli, che vivono l’amore, l’amicizia, Dio, il sesso, la famiglia, la separazione, il divertimento e la solitudine cercando di non perdere l’orientamento. Dietro l’angolo, tra le righe, sotto il tappeto, dentro di noi c’è sempre una sorpresa che ci aspetta, da cogliere al di là dei luoghi comuni, da vivere anche se implica impegno, da accettare soprattutto se è diversa da quanto ci aspettavamo. Pittori o preti, sposati o single, etero o gay, il vero pericolo che ci minaccia non è la sofferenza ma il pregiudizio. Il segreto? Non dar mai niente per scontato e andare sempre fino in fondo

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :