Un amore moderno. E’ questo il titolo dello spettacolo che in occasione della celebrazione ufficiale civile del bicentenario di Don Bosco, il 24 gennaio, duecento giovani di età compresa fra i 17 e i 28 anni presenteranno al Teatro Regio di Torino, affiancati da artisti famosi. I ragazzi saliranno sul palco dopo quattro giorni di workhsop formativi sulle più svariate arti: danza, musica, teatro in molte forme, scrittura creativa, canto.
Questa cornice di festa è sostenuta sia dalla famiglia salesiana sia dagli Uffici di Pastorale Giovanile e Universitaria della Diocesi di Torino, con la media partnership del quotidiano La Stampa. Una sinergia nata per riconoscere l’impronta educativa eccezionale di un personaggio che ha individuato nell’investimento sui giovani la forza della società del futuro.
Gigi Cotichella, al quale è stata affidata la conduzione artistica dell’evento, spiega che il filo conduttore dello spettacolo “Un amore moderno” sarà un geolocalizzatore, icona della domanda ” Dove sono i giovani?”, che spesso gli adulti si fanno ma che nell’evento verrà ribaltata in “Dove sono gli adulti per i giovani?”. Il geolocalizzatore si trasformerà di continuo, divenendo ora fiore, ora stella, ora penna, mostrando il carisma caleidoscopico di don Bosco che è stato artista, contadino, prete, fondatore di congregazioni, scrittore, editore, promotore della gioventù, diplomatico, consulente del lavoro, imprenditore, maestro, educatore di strada, formatore e viaggiatore.
Gigi Cotichella illustra anche come “Un amore moderno” sia stato pensato su tre fondamenta:
1) Il coinvolgimento vero di 200 giovani, uno per ogni anno del bicentenario, che verranno formati gratuitamente in una tre giorni full immersion di teatro corale. Saliranno sul palco e faranno da collante tra i vari passaggi.
2) Una provocazione reale al mondo degli adulti. I vari passaggi riguarderanno 5 dimensioni del carisma di don Bosco che tra il 1841 e il 1888 cominciò a raccogliere i ragazzi per le strade di Torino, inventò un metodo pedagogico basato sulla promozione del ragazzo (ancora oggi studiato all’università) che lo farà diventare uno dei più grandi educatori conosciuti in tutto il mondo. Le cinque dimensioni sono: il Sogno e il futuro, il Lavoro e la dignità, la Scuola e la Cultura, l’Oratorio e il tempo libero, l’Arte e la creatività. Queste cinque dimensioni sono affidate a cinque artisti (al momento hanno risposto positivamente Giacomo Poretti per l’oratorio e Laura Curino per il lavoro) che a modo loro, con la loro idea e con la loro spiritualità, le restituiranno al pubblico di adulti con una provocazione: abbiate a cuore i giovani, agite per loro. Per questo il pubblico di “Un amore moderno” sarà composto anche dai rappresentanti della famiglia salesiani di tutta Italia e del mondo politico, civile, economico e culturale. Saranno quindi presenti persone che hanno influenza, che possono in qualche modo compiere azioni incisive.
3) Creare 200 posti di lavoro per giovani, uno per ogni anno del bicentenario. Si tratta di un’idea che si vuole lanciare in quel giorno, ma che ha già trovato risposta positiva presso Confindustria e altre categorie di settore. Duecento posti di lavoro non sono niente rispetto alle richieste, ma è un simbolo per dire che qualcosa si può fare, e iniziando a fare si può continuare a fare. Il progetto pilota verrà attuato nell’Ispettoria Piemontese con la speranza che sia copiato anche da altri.
La direzione ufficiale dell’evento “Un amore moderno” è stata affidata ad AnimaGiovane (AG), una cooperativa sociale nata a Torino nel 2004, che lavora a livello sia locale sia nazionale in diversi ambiti. La sua missione, come si legge dal loro sito, è quella di “essere leader della creatività e della relazione, intese entrambe sia come strumento sia come fine e vissute come binomio fondante per tutte le applicazioni in campo artistico, comunicativo, educativo, psicologico e sociale”. La cooperativa è strettamente collegata con Altresì, con cui collabora e di cui sostiene ideali, progetti e missioni. L’Associazione Altresì Onlus nasce nel 2007 per raccogliere l’eredità e la sfida dell’Associazione ArteDiversa, proponendosi di avere uno sguardo attento e sensibile verso le attività di solidarietà sociale (locale e internazionale), partecipazione attiva, educazione, gestione degli eventi, creatività e sostegno educativo. Altresì nasce dal desiderio di unire professionisti del sociale e volontari, per sviluppare uno scambio continuo di risorse che contribuisca alla crescita della comunità.
Se volete partecipare al workshop intensivo gratuito e diventare uno dei 200 giovani che calcherà la scena del Teatro Regio ne “Un amore moderno”, trovate QUI tutte le informazioni.
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