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Un angolo di Giappone a Bangkok: Mimata Restaurant!

Creato il 27 ottobre 2015 da Italianoabangkok @BeingAndrea

Qui in Thailandia quando si dice Soi si pensa ad un “vicolo”, ad una strada secondaria che parte da una principale per addentrarsi fra case e palazzi, piccoli negozi e farmacie dove fra un infuso e un balsamo di tigre spunta magari una bottiglia di Sang Som.
Soi Sukhumvit 55 tutto è tranne un vicolo. È il cuore di Tong Lo, uno stradone con eleganti ristoranti su ambo i lati. Molti di questi sono ristoranti giapponesi con menù abbordabili anche per chi in Giappone non c’è mai stato.

Se però a invitarti a cena sono 2 giapponesi autentici allora le sorprese non mancheranno di sicuro!

Volevo il vicolo? E loro mi ci hanno portato! Volevo la cucina giapponese autentica? E loro me l’hanno fatta provare!

Soi Tong Lo 9 è una traversa di Sukhumvit 55 che ha a sua volta un vicolo senza uscita sempre sulla destra dove al piano terra di una piccola palazzina si trova il Mimata – Japanese Restaurant. A questo giro non riesco neppure a segnalarvelo di preciso su Google Map (ho suggerito le modifiche a Mr. Google, per il momento vi dovete accontentare di questo link per trovarlo). Per beccare il vicolo giusto basta individuare “Snack”, un ambiguo Japanese Karaoke dove immagino la musica faccia solo da sottofondo a quello che gli avventori vanno in realtà a cercare.

Siamo arrivati senza aver prenotato contando sul fatto che di lunedì la gente se ne dovrebbe stare tranquilla in casa. Vero per tutti a quanto pare ma non per i giapponesi che vivono a Bangkok.

Pochi tavoli, 5 in tutto se si esclude il bancone principale dietro al quale Mr. Mimata in persona accoglie tutti quelli che arrivano con un caloroso いらっしゃいませ irasshai mase (benvenuti in giapponese) e saluta con un gran sorriso e un ありがとう arigato (grazie) quelli che se ne vanno.

I clienti? Su una 30 di persone, escluse le cameriere tailandesi, solo 2 non nipponici. E di certo questo non è che un buon segno, no? La tv sintonizzata su un canale che trasmetteva una sorta di telenovela ambientata nel Paese del Sol Levante. Alle pareti disegni e scritte per me incomprensibili.

Credo che se fossi entrato da solo mi sarei limitato a dare un rapido sguardo e me ne sarei andato ancor prima di rendermi conto che nel menù non c'è neppure una singola parola in inglese - e pensare che per una volta mi sarei accontentato di averlo in tailandese!

Koko e Hiroshi alle prese con l'ordinazione (grazie al cielo c'erano loro!)

Oltre all’atmosfera la differenza qui la fa il cibo e la passione di Mr Mimata.
Tutto è cucinato al momento secondo tradizione. Ingredienti freschi e dedizione al cliente sono secondo me il segreto del successo di questo microscopico ristorante.

Niente sito internet, una pagina Facebook praticamente creata e autogestita dai clienti, niente insegne luminose o cartelli stradali ad indicarne l'esistenza. Eppure il Mimata Restaurant è famoso nella comunità giapponese qui a Bangkok.

Certo il モツ煮 Motsuni non lo riordinerei – e confesso che per non sputarlo ho bevuto una bella sorsata di birra (e se siete curiosi di sapere cosa sia chiedetemelo in privato che qui mi vergogno a scriverlo). Per il resto tutto assolutamente fantastico.

おにぎり - O ni gi ri - al salmone e con prugne salate

Osservare il proprietario preparare gli  おにぎり - O ni gi ri - ovvero dei fagottini triangolari di riso farciti – è entusiasmante: l’equilibrio degli ingredienti, la meticolosità con cui ogni gesto viene ripetuto, la delicatezza con cui vengono adagiati sul tradizionale vassoio in legno.

Porzioni piccole, preparate con cura e servite pensando alla condivisione. Ascoltando la cameriera ripetere l’ordinazione mi sono domandato se ce l’avremmo mai fatta a finire tutto. Poi le varie portate hanno iniziato ad arrivare e mi sono reso conto che probabilmente avrei potuto finire tutto da solo.

Il mio piatto preferito? Nessun dubbio:  なすのはさみ揚げ = Nasu no Hasami age! Una sorta di mini-sandwich fatto con tempura di melanzane e carne di maiale all’interno, il tutto servito con zenzero fresco macinato da sciogliere con poche gocce di salsa di soia e un piccico di sale per rendere più saporito l'insieme.

A tavola, senza sushi o sashimi…

La cosa più costosa? Il sake finale! 350 baht per un “ Nihonshu 日本酒”. Servito come fosse stato il 1° ottobre (giornata nazionale giapponese del Sake), con il bicchierino adagiato in una scatola di legno; la cameriera che arriva con una bottiglia più grande di lei e che versa il liquore trasparente fino a farlo ttrabordare dal bicchiere alla scatola; su un piattino un po’ di sale. Il difficile è stato capire che dovevamo bere dalla scatola e non dal bicchiere!

日本酒 - Nihonshu - Mega shot di Sake con sale (酒)

Io e il Sig. Mimata alla fine abbiamo fatto una bella chiacchierata, io in un misto di inglese e tailandese inframmezzato da un “arigato” di tanto in tanto e lui in giapponese con un vago tentativo di utilizzare le 4 parole in italiano che si ricordava in modo alquanto casuale. Volevo capisse che non solo avevo mangito bene ma ero stato bene a casa sua, in quel ristorante che ovviamente cura personalmente con tanta dedizione. Complici i miei amici la serata è stata più che piacevole e il mio modo per ringraziare Mr Mimata non poteva essere che parlarvene.

Tutte le informazioni per trovare il ristorante e prenotare un tavolo le trovate cliccando sulla foto in alto del biglietto da visita… e se andate non dimenticate di lasciare a casa i preconcetti: sushi e sashimi qui non li trovate per niente.

Grazie Mr. Mimata,
lei sa come far sentire a proprio agio anche il più sprovveduto dei suoi clienti!

In Giappone la gente guida a sinistra. In Cina la gente guida a destra. In Vietnam non importa.
Patrick Jake O'Rourke


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