Melania Rea è stata uccisa un anno fa, il 18 aprile 2011. Il suo corpo venne ritrovato il 20 aprile nel bosco di Ripe di Civitella, nel teramano, la scomparsa era avvenuta, secondo il racconto del marito, Salvatore Parolisi, a una ventina di chilometri, a Colle San Marco, in provincia di Ascoli. Melania venne assassinata con 35 coltellate, sul suo corpo l’assassino incise una svastica e una griglia, sul giubbotto venne infilata una siringa.
Per l’omicidio di Melania Rea c’è un solo indagato, Salvatore Parolisi, il marito, caporal maggiore istruttore al 235° reggimento Piceno di Ascoli. Lui si dichiara innocente, prove a suo carico non ne esistono. L’indizio più importante è che l’unico Dna individuato sul corpo della donna è quello del marito. Parolisi inoltre disse agli investigatori di conoscere il luogo del del ritrovamento del corpo per averlo visto nelle fotografie dell’amico Paciolla ma questo nega di avergliele mai mostrate. I pubblici ministeri sono convinti che il caporal maggiore abbia ucciso Melania perché non riusciva più a gestire la doppia vita che conduceva, quella matrimoniale e quella con l’amante, Ludovica, sua ex allieva in caserma. Il 21aprile Parolisi avrebbe dovuto conoscere i genitori di Ludovica alla quale aveva giurato di essersi già rivolto a un avvocato per avviare la separazione dalla moglie. Cosa non vera.
Il processo, con rito abbreviato, si concluderà probabilmente entro l’estate dopo che sarà completata una super perizia medico-legale voluta dal giudice.