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Un anno sulla blogosfera

Creato il 13 marzo 2014 da Salvatore Cugliari

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Un anno è passato. Il primo anno di questo mio piccolo grande progetto è giunto al termine. Sembra ieri, quando, in preda a un attacco di riflessione misto a una strana e incontrollata voglia di esprimersi, ho aperto questo blog. Inizialmente, avevo preso tutto ciò come un gioco, non che attualmente non lo sia, ma, da un po’ di mesi a questa parte, comincio a reputarlo un divertimento costruttivo e formativo assolutamente non fine a se stesso. Ho aperto il mio primo portale proprio il 13 marzo di un anno fa su una piattaforma che dava a disposizione agli utenti un dominio gratuito e da lì, si può dire, che tutto è cominciato.

I primi mesi, devo ammetterlo, sono stati un po’ critici. Non perché non avessi idee, ma poiché quest’ultime rimanevano circoscritte all’interno del mio blog. Non riuscivo ad essere letto e condiviso poiché, di fatto, non conoscevo le diverse dinamiche che si celano nella blogosfera e che ti permettono di arrivare a un vasto e, al contempo, mirato pubblico. Tutto ciò era leggermente frustrante poiché, avendo dalla tua parte risorse e sistemi pressoché illimitati, pensi di non essere all’altezza di quello che fai e presumi che le tue idee non interessino a nessuno.

Farsi largo nella blogosfera non è assolutamente facile. Ci sono migliaia e migliaia di blogger che, giornalmente, sgominano e scalpitano per accaparrassi una vasta fetta di pubblico. Non è facile emergere, anzi, penso sia più difficile incanalarsi nel sistema più che navigarci.

blogging
Dopo un po’, però, capisci alcune cose e alcune dinamiche che ti danno una mano per riuscire a venire a galla. Capisci che il titolo è, forse, la parte chiave di tutto il tuo post. Comprendi che l’aspetto visivo non è assolutamente secondario al contenuto. Assimili come pubblicizzare e in che modo “spammare” il tuo articolo in modo che non risulti invasivo agli occhi dei lettori. Capisci che la provocazione al fine di creare una discussione su una o più tematiche (flamer) non è maleducazione, ma un’arte tanto essenziale quanto complessa che un blogger deve assolutamente apprendere e migliorare.

In questo primo anno ho, per quanto mi riguarda, fatto grandi cose e portato a casa risultati non da poco conto. All’attivo ho, circa, 30000 visualizzazioni e una media di utenti giornaliera molto elevata. Ho postato, quasi, ben 200 articoli migliorandomi e crescendo tecnicamente giorno dopo giorno.

Tre settimane fa ho ricevuto, finanche, un attestato da Net-Parade come “Sito di qualità” e per essermi posizionato 37esimo nella categoria “portali”. Sono 560esimo nella classifica “Top Blogs” di Ebuzzing e di questo ne vado molto fiero. Tante interviste ho portato a termine e, spesso e volentieri, ho dato ai miei followers la possibilità di esprimersi mediante anche molteplici sondaggi. Insomma, non mi sono proprio fatto mancare niente.

Ho sempre creduto che l’onestà intellettuale sia un gradino superiore a tutte le altre virtù. Non ho mai avuto paura di dire la mia e di palesare una mia opinione. Ho sempre cercato di essere altamente preciso e puntiglioso in ogni mia piccola costruzione sintattica. Non ho mai temuto, palesando una mia considerazione o bacchettando qualcuno o qualcosa, di perdere pubblico e consenso. Ho come obbiettivo rendere il più visibile possibile i miei post, non essere simpatico a uno piuttosto che a un’altro, genuflettendomi contro il mio stesso pensiero critico. Non temo i miei followers e perciò mi posso considerare un blogger libero. Io penso perciò bloggo, non faccio calcoli e non mi metto a costruirmi un grafico del consenso prima di postare un qualcosa.

Non recrimino nulla di quello che ho detto o fatto. Non mi ritengo coerente, poiché nell’esserlo si è molto limitati, mi reputo, più che altro, coscienzioso di quello che affermo. Fare giri di parole, discorsi campati in aria, utilizzare metafore o anafore per poi, alla fine, non dir nulla, finendo, perfino, per confondere ulteriormente il lettore, non è nella mia natura.

Sono molto felice e orgoglioso di me stesso. E’ bello esserlo! E’ bello gridarlo al modo! Faccio ciò che mi piace e nessuno mi ha fai forzato nel farlo. Bloggo per essere qualcuno, per pensare, per esprimermi, per urlare al mondo: “Questo sono io!”.

L’anno, che è appena passato, è stato un periodo molto particolare per me, è stato un davvero anno speciale. E’ stato bello potersi confrontare con tutti voi. E’, spesse volte, anche bello essere insultati, poiché si viene a conoscenza che la tua critica è andata profondamente a segno. Essere blogger comporta saper incassare, rispondere a tono quando serve e utilizzare l’arma del silenzio quando occorre. Per essere blogger non serve granché, serve pensare. Sembra una cosa scontata ma, in realtà, ho avuto modo di capire che non lo è affatto. In questo lungo e inteso anno sono arrivato a capire che blogger non si diventa, si nasce.

I think therefore I blog…

Ps Un grazie particolare a tutte le persone che mi hanno sostenuto, criticato, aiutato a migliorarmi e a crescere. Un grazie particolare alla mia famiglia e a tutte le persone che hanno collaborato con il sottoscritto. Un sentito abbraccio a tutte le persone che mi vogliono bene e una calorosa pacca sulla spalla a chi non me ne vuole. Un grazie, infine, al mio caro zietto Fortunato a cui dedico questo mio post.


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