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Un’antica leggenda vuole che in questa magica notte di San Giovanni, al lume della luna, si raccolgano le noci, si taglino con un coltello di cristallo e si utilizzino per preparare un “magico”, liquore…

Da Laghezzi @laghezzi

E una luna così rende questa notte ancor più magica…

la superluna

il nocino

Ogni famiglia è depositaria della “sua ricetta”.

Quella che vi scrivo è la ricetta  di mia nonna di cui sono la depositaria…

Ingredienti: 39 noci raccolte nella notte di S. Giovanni, , 1 litro alcool da liquori a 90°, 600 g di zucchero, 3 pezzetti di cannella, 6 chiodi di garofano, 1 limone.

Utilizzando un paio di guanti di gomma,  per evitare che le dita si anneriscano, con un panno leggermente umido strofino delicatamente le noci   per pulirle dall’eventuale terra.

Le lascio quindi asciugare bene su di un canovaccio, rigirandole  di tanto in tanto,  poi con un coltello bene affilato, le taglio in quattro spicchi e le metto in un barattolo di vetro piuttosto grande in cui ho già messo  l’alcol,  la cannella,  i chiodi di garofano,  un pezzetto di scorza di limone e lo chiudo ermeticamente.

Espongo il barattolo  al sole, per cinque settimane, e lo scuoto almeno una volta al giorno,

Passato questo tempo, verso nel barattolo lo zucchero, lo  richiudo nuovamente, lo scuoto ben bene e lo rimetto al sole per altre due settimane, sempre scuotendolo almeno una volta al giorno.

Al termine di questo periodo filtro il liquore e lo verso nelle bottiglie sterilizzate e bene asciutte, evitando di riempirle sino all’orlo, perché potrebbero scoppiare. Le chiudo ermeticamente,  metto un’etichetta con la data d’imbottigliamento e il contenuto, e le ripongo in luogo asciutto e buio ad invecchiare per almeno tre mesi prima di consumarlo.

E’ pronto quando, guardandolo in controluce, non è più di colore verdastro,  ma è di  un bel colore  marroncino.

Per una buona riuscita del liquore è importante rispettare le dosi  ed i tempi di esposizione al sole.

il nocino

Alcune curiosità…

Che fare delle noci rimaste? Io le metto in un vaso non troppo largo che le contenga comodamente,  le copro di marsala secco e le lascio macerare per un paio di mesi, poi le mangio così, come se fossero ciliegine sotto spirito , oppure metto sul gelato alla crema con un cucchiaino di liquore.

L’albero del noce, originario dell’Asia centro-occidentale, era già conosciuto in Europa dai tempi dei Greci e dei Romani e fin dal  Medioevo gli si attribuivano straordinarie proprietà terapeutiche.

Per sfruttarne appieno tali proprietà la raccolta, si faceva nel “tempo balsamico”, ovvero  si raccoglievano i frutti non ancora maturi perché ricchi di tannini, di oli essenziali, di principi attivi e vitamine ideali per l’infusione.

Del noce si utilizza un po’ di tutto: il legno lo  si usa perché è molto pregiato, le foglie si usano in fitoterapia e nel settore alimentare per la conservazione dei formaggi ( ad esempio il Nocello è avvolto in foglie di noce) i frutti, che oltre ad essere  commestibili e vengono utilizzati per estrarne un olio commestibile.

La leggenda, diventata ormai tradizione, vuole che i malli di noce vengano raccolti la notte tra il 23 e il 24 giugno, notte di San Giovanni Battista,  che coincide con il solstizio d’estate e che il nocino preparato in quella data venga bevuto dopo il 27 dicembre,  giorno in cui si celebra San Giovanni Evangelista e che coincide all’incirca l’inizio dell’inverno astronomico.

Sembra che il nocino abbia origini celtiche,  ma ebbe enorme successo nel modenese e nelle antiche province del Ducato Estense.

Si narra infatti che,  in    occasione del matrimonio tra Clelia Farnese e Alberto Pio, festeggiato con grande sfarzo con ricchi banchetti e rallegrato da canti, balli, poeti, filosofi, giullari , e… “spiriti”,   si parli già di questo liquore “magico”,  preparato con le noci raccolte al lume della luna della notte di San Giovanni, tagliate con un coltello di cristallo, e…


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