Mi e' stato segnalato il post di un blogger che ha participato al gia' segnalato Congresso Nazionale di Futurologia, tenutosi l'8 novembre a Napoli. Riporto la parte dedicata all'intervento di Giancarlo Stile, del Network dei Transumanisti Italiani:
Il primo intervento è stato quello di Giancarlo Stile, membro e coordinatore del Network Transumanisti Italiani. È stata interessante la precisazione sulla differenza esistente tra i termini transumano e post-umano, spesso usati come sinonimi. Il secondo termine è fuorviante, dà l'idea di uno scenario in cui ci sarà ben poco di umano, uno scenario in cui l'uomo perderà tutte le sue caratteristiche di soggetto a causa del sopravvento della tecnologia. Il Transumanesimo, invece, vuole recuperare la centralità dell'uomo attraverso la scienza.
Ma la centralità dell'uomo si può recuperare anche attraverso l'autonomia della scelta. Assisteremo sempre più alla convergenza tra la biologia e l'informatica; non parleremo tanto di evoluzione, ma di coevoluzione tra uomo e tecnologia. Sarà come innescare un nuovo tipo di evoluzione in cui saremo noi a scegliere quale trasformazione, mutamento o sviluppo attuare, grazie soprattutto alle conoscenze acquisite con la scienza e la tecnologia. Tutto questo, però, essendo consapevoli dei rischi.
Si, perché ci sono dei rischi che andrebbero evitati. Spesso i transumanisti vengono etichettati come iper-ottimisti che non badano alle conseguenze del loro pensiero. Ma Giancarlo Stile ha voluto sottolineare che il loro non è un movimento dalle idee superficiali, ed ha elencato due tipologie di rischi possibili: un approccio individualista estremo, dove l'accesso alle nuove tecnologie dipenderà dalla disponibilità economica individuale e dove la scelta del se e come potenziarsi sarà unicamente personale, in totale assenza di una precisa regolamentazione; e poi un approccio organicistico estremo, in cui l'individuo avrà un ruolo ben definito fissato su base biologica e dove verrà considerato come un mero ingranaggio di una società fortemente gerarchica e ineguale (caste bio-ingegnerizzate), dove non avrà possibilità di autodeterminazione vivendo come uno schiavo incapace di ribellarsi. Questi scenari sono contrastanti con la visione transumanista perché l'uomo tornerebbe a essere un oggetto, un mezzo. La concezione transumanista, invece, vede l'uomo come soggetto libero.
Insomma, il succo è questo: sperimentare, innovare e progredire tenendo sempre presente i rischi, affinché si possa migliorare la condizione umana.