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Un asfodelo peccaminoso

Creato il 29 giugno 2011 da Lucas
Ieri, lo Scorfano ha segnalato, opportunamente, la svista della Ministra che, presa da struggimento, ha confuso Corazzini con Fogazzaro (colpa delle zeta).E Sergio Corazzini, il poeta crepuscolare per eccellenza che figura in tutte le antologie de' poeti italiani del Novecento, merita una rilettura e una riattualizzazione. E riportarlo tra noi, coi suoi versi delicati e suadenti, «tutt[i] rivolt[i] verso il futuro» per dirla con Sergio Solmi, è doveroso e, oserei quasi dire, necessario. Certo, come scrive Mengaldo nella sua celebre Antologia, in Corazzini si nota una «presenza assai minore di reagenti ironici». Egli non è mai blasfemo e irriguardoso nei confronti della tradizione. La piglia per il culo diversamente, diciamo così. Con più serietà, di modo che i benpensanti potevano (e possono) leggerlo senza accorgersi che la sua poesia piangevole in realtà reclama la goliardia.Sto esagerando, lo so. Ma prendiamo a mo' d'esempio la lirica Asfodeli e sfogliamola, sostituendo, in cuor nostro, senza dirlo a nessuno, con la mano sulla bocca che ci impedisce di dire cazzo! al posto di cuore - e vedremo come tutto si chiarifica e dispone per annullare la malinconia crepuscolare e salutare i fuochi d'artificio della notte.

Madonna, se il cuore v’offersi,
il cuore giovine e scarlatto,
e se voi, con un magnifico atto,
lo accettaste insieme a’ miei versi
di fanciullo poeta, e se voi
con l’olio del vostro amore
teneste vivo il suo splendore
e lo appagaste de’ suoi
capricci assiduamente,
perché ieri lo faceste
sanguinare, lo faceste
lagrimare dolorosamente?
Tutte le sue gocce rosse
caddero a terra, mute,
e poi che furono cadute
il cuore più non si mosse
e come per incantamento
in ognuna fiorì un asfodelo,
il triste giglio del cielo
da l’eterno ammonimento


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