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Un’attesa che non fa paura

Creato il 30 dicembre 2015 da Annalisa1979

Sono qui, seduta per l’ennesima volta su una scomoda sedia di legno chiaro, alla fine di un corridoio che pare un tunnel troppo illuminato. Porte bianche a destra e a sinistra. Tanta gente in attesa, coi loro libri smangiucchiati e le riviste lise. Bisbigliano. Qualcuno prende coraggio e con tono di voce più alto del normale cinguetta un “buon anno!”. Io osservo, con i battiti lievemente accelerati. Appena appena, non troppo. 

 

Un’attesa che non fa paura
 Sono abituata alle attese in ospedale. Ne ho visitati tanti in questo ultimi due anni. Controlli per gravidanza a rischio, terapia motoria post-incidente. E ora questo controllo. Non avevo fretta di farlo. Non ho paura. Se deve essere il mio momento, ne prendo atto. Non volevo fare bilanci, ma non posso fare a meno di pensare che, tutto sommato, ho vissuto una vita piena fino ad oggi. Spesso sul filo del rasoio, quasi in fuorigioco. Ma ce l’ho sempre fatta a cavarmi dagli impicci. 

E la mente vola a qualche anno fa: esami del sangue sballatissimi. Controlli su controlli, ipotesi, previsioni. E i medici che, per tutelarsi, pronosticavano cancri di ogni genere e posizione. Anche in quel caso, non avevo paura. Poteva essere quello che più gli piaceva, io ero serena. Mi sono sempre detta “qualsiasi cosa sia, mi curerò e guarirò”. Non ho mai pensato fosse il mio momento. 

In questi casi, come sempre mi accade, voglio essere sola. Non voglio che mi si accompagni alle visite nè ai controlli. Essendo io serena, preferisco non avere intorno persone che si preoccupano. Che si agitano. 

Anche oggi, sono qui a farmi solitaria compagnia. E nell’attesa scrivo. Che potere magico hanno le parole, i racconti. Un potere catartico, quasi. Vediamo come andrà. In ogni caso, io sono tranquilla. Vediamo se ho ragione o sono solo stolta. 


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