Quando sperimentiamo la paura dell’ignoto e al tempo stesso il suo fascino, è il momento in cui siamo veramente vivi. Paurosamente vivi. Può accadere nelle più semplici circostanze: quando entriamo in una stanza buia e cerchiamo l’interruttore…
Quando usciamo sul tetto, di notte, e proviamo la vertigine del vuoto…
Quando incontriamo uno straniero, o ci tuffiamo in acque inesplorate…
Quando la vettura delle montagne russe raggiunge il culmine dell’ascesa, prima del tuffo che ci lascerà senza fiato…
Quando immaginiamo ciò che ci può aspettare dietro l’angolo in una città affascinante ma sconosciuta…
Quando ci troviamo soli nel bosco…
Quando lo schermo s’illumina in un cinema buio, o il sipario si alza sul palcoscenico oscuro; e perché no, quando apriamo un libro nuovo dalla copertina promettente.
Ecco il momento in cui l’eccitazione è più grande, i sensi stanno all’erta per catturare la minima sollecitazione, il cervello è alacre, l’immaginazione infervorata, pronta a tutto (così almeno speriamo). Questo genere di paura è un autentico toccasana, perché è sempre accompagnata dal senso del meraviglioso.
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