Nel giardino della scuola elementare dove andavo da piccolo c’era un albero con il tronco cavo. Durante la ricreazione era usato come palo di un improvvisato campo di calcio, ma aveva anche un’altra funzione. Al suo interno vi erano nascoste delle riviste pornografiche. Posso quindi dire con certezza che nel paesino dove abitavo, tre bambini su tre, sotto i dieci anni, avessero avuto accesso a materiale pornografico, anche se non online. Questi invece sono rimasti sorpresi dalla scoperta che un bambino su tre, sotto i dieci anni, abbia già visto della pornografia online. È piuttosto verosimile che gli altri due bambini su tre siano troppo timidi per confessarlo. O non abbiano accesso a un pc. Quando non c’era la rete c’erano i giornaletti porno dei fratelli maggiori, le videocassette rubate a genitori disattenti, le miniere a cielo aperto come quella nel giardino della mia scuola. Oggi c’è internet e come al solito di fronte ad un sondaggio come quello pubblicato dal Dailymail la domanda che nasce spontanea è: come fare a eliminare il porno dalla rete? Ovviamente non è la domanda più sensata da farsi. Essendo abbastanza scontato che la maggior parte delle persone venga a conoscenza di cos’è il sesso prima di farlo, non sarebbe il caso di pensare a come fare perché invece che attraverso il porno questa scoperta possa avvenire attraverso altri canali e altre rappresentazioni? Nell’articolo si lamentano gli “evidenti” effetti negativi che la pornografia avrebbe sulla società e sugli individui anche se poi si omette di citarne almeno uno e ci si limita a sottolineare la differenza tra i rapporti sessuali e affettivi come dovrebbero essere e come sono invece rappresentati nel porno, dando per automatica la successiva adesione della realtà alla finzione. Se qualcuno non ci salverà dal porno ovviamente. D’altra parte non è che al di fuori della pornografia le relazioni tra uomini e donne siano rappresentate in maniera meno grottesca e può anche essere che una rappresentazione deforme della realtà contribuisca a deformare la realtà stessa, ma non è così automatico. Il porno è solo una delle tante “informazioni” in mezzo ad un oceano di immagini e parole. Si impara attraverso tante altre cose. Si torna dunque al quesito precedente. Non sarà forse il caso di mettere a disposizione dei minori (e non solo) strumenti che li rendano in grado di interpretare la realtà e le rappresentazioni che di essa se ne fanno in modo che possano contestualizzare le informazioni che ricevono? In altre parole, non sarà forse il caso che qualcuno gli insegni che cos’è il sesso e che cos’è l’amore prima che lo imparino da Rocco Siffredi e da Maria De Filippi?
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