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Un bel giorno per rimanere da sola

Creato il 02 luglio 2010 da Guchippai

un bel giorno per rimanere da solala ventenne Chizu ha due certezze nella vita: trasferirsi a Tokyo e non frequentare l'università. per il resto, malgrado la giovane età, attraversa annoiata la vita, nutrendo un soffocato risentimento per il fatto di essere cresciuta senza un padre, e sfogandosi nel rubare piccoli oggetti personali alle persone che le stanno accanto, in un misto di vendetta e desiderio di appropiarsi di qualcosa di loro, come se possedere quei frammenti delle altrui esistenze rendesse un po' meno mediocre e squallida la sua. a Tokyo Chizu deve convivere con una vecchia parente che non ha mai conosciuto. da principio i cinquant'anni di età che separano le due donne sembrano quasi un fossato insormontabile; Ginko appare infatti noiosa e fuori moda a Chizu, che si diverte a punzecchiarla ostentando la propria giovinezza. ma Ginko non accoglie le provocazioni e procede imperterrita con il suo stile di vita semplice e consolidato. l'unica frivolezza della vecchietta è la scuola di ballo, nella quale trova un fidanzato suo coetaneo. questa cosa destabilizza un po' Chizu, che invece non riesce a tenersi i fidanzati e ricade con le sue relazioni amorose sempre nella stessa spirale di squallore e mediocrità. man mano che si procede nella lettura e nell'analisi del comportamento delle due donne, ci si rende conto che in definitiva a vivere si può imparare solo vivendo e che la giovinezza, che dovrebbe essere gioiosa e piena di opportunità, pare quasi come un fardello di incertezze e paranoie, mentre la disprezzata vecchiaia è portatrice della saggezza necessaria ad affrontare ogni avvenimento con la necessaria forza d'animo. quando infine Chizu lascerà la casa di Ginko per andare a vivere da sola, lo farò con inaspettato rimpianto e scoprirà con sorpresa che anche lei ora può affrontare la vita con più leggerezza. lo stile di Aoyama Nanae, giovane promessa letteraria giapponese che per questo Hitori biyori è stata insignita di un premio prestigioso, mi ha ricordato il minimalismo di Yoshimoto Banana. trovo che questa sia una di quelle storie apparentemente fatte di niente ma che però riescono a dire tutto. ho trovato specialmente affascinante la figura di Ginko, che alterna attimi in cui appare irrimediabilmente svampita ad altri in cui dimostra una voglia di vivere invidiabile. Chizu invece mi ha un po' irritato con quel suo sprecare i propri anni migliori tenendo il muso a tutto e a tutti. credo però che questo pensiero scaturisca dal fatto che ho il doppio dei suoi anni e che mi sento più vicina a Ginko (ma ancora ben lungi dall'aver raggiunto la sua saggezza!) perchè ricordo che nei miei vent'anni di musi lunghi ne ho indossati un bel po' anch'io...


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