Rosmarino shoin
Beh sono più latitante di un mafioso… scusate la lunga assenza ma diverse vicissitudini mi hanno portato lontano da Florablog… Comunque dopo i rinvasi primaverili sulle mie piante, voglio parlarvi del rosmarino che, di primo acchito, mai nessuno immaginerebbe di educare a bonsai; però, con alcuni accorgimenti di coltivazione, in poco tempo si possono realizzare esemplari molto evocativi con materiali di partenza poveri e facilmente reperibili da tutti in qualsiasi giardino.
PROPAGAZIONE E RIPRODUZIONE
Come accade spesso in natura, il rosmarino si propaga principalmente per via agamica, ovvero senza la germinazione dei semi. I metodi migliori e più efficaci sono la talea, la propaggine e la margotta. Quest’ultima, che tra l’altro ha dei tempi di radicazione rapidissimi (in 2-3 settimane si può staccare), offre anche il vantaggio di potersi scegliere un ramo già ben conformato e dal movimento interessante. Vi ho già fatto vedere come si fa, quindi andate in giardino, scegliete un bel ramo e provate…
STILI E IMPOSTAZIONE
Il rosmarino è un’essenza molto evocativa, richiama le nostre scogliere marine e paesaggi arsi dal sole estivo. Quindi, riferendovi a ciò, cercate di scegliere un materale di partenza che richiami forme strane che possono assumere le piante tra le rocce, con corteccia vecchia e screpolata (il rosmarino “corteccia” presto, con le sue caratteristiche sfoglie che seguono le vene linfatiche). Si presta molto bene a stili prostrati, spazzati dal vento, bunjin (cioè letterari…), in cascata come dai dirupi.
Una cosa da tenere presente è la rigidità e la fragilità dei rametti: attibuite  il prima possibile la forma ai rami, poichè se crescono troppo in diametro addio, sicuramente si spezzeranno (il ramo del “rosmy” ti molla tutt’un botto, senza crick di preavviso!). Data una prima impostazione di riferimento per creare la struttura della pianta, si preferisce curare la ramificazione principalmente con la potatura, lasciando all’ausilio del filo solo piccoli interventi di posizionamento dei rametti, anche mediante tiranti.
RINVASO ED ESPOSIZIONE
Riguardo al rosmarino, La scelta del substrato di coltivazione è molto facile, in quanto necessita di pomice pura, con l’aggiunta di un pizzico (max 10% sul totale) di torba. Quindi un terriccio moooolto drenante che sì, vi costringerà ad aumentare la frequenza delle annaffiature, ma allo stesso tempo vi garantirà una perfetta salubrità dell’apparato radicale, vera croce di quest’essenza. Infatti la longevità del rosmarino è strettamente legata alla vitalità dell’apparato radicale, che è molto soggetto a marciumi.
L’epoca giusta per il rinvaso è in primavera, quando è passato il rischio di gelate tardive, prima o dopo la fioritura (perciò regolatevi voi…). Fate attenzione a non togliere troppe radici, poichè il rosmarino è un po’ permalosetto.
Le piante appena rinvasate necessitano di 2-3 settimane di mezz’ombra per evitare l’eccessiva evaporazione; poi via in pieno sole per ottenere quel verde cupo e il profumo intenso delle foglie.
POTATURA
La cosa fondamentale da tener in mente nella gestione del rosmarino è che non ricaccia gemme dal legno vecchio, ma SOLO dalle zone in cui sono presenti foglie. Inoltre, questa specie forma presto vene linfatiche per cui la pianta si compartimenta in zone distinte; cosa significa? ad ogni radice corrisponde un fascio di vasi linfatici sul tronco e di consegueza un ramo. Ergo, tagliando un ramo senza lasciare foglie, si seccherà nell’ordine: a) il ramo potato, b) la parte di tronco che lo alimenta, c) la radice corrispondente. Se avrete sempre in mente questo postulato, non vi sarà difficile capire che la chioma dovrà essere sempre ben soleggiata ed arieggiata, pena la perdita delle foglioline interne con il risultato del progressivo allungamento della ramificazione e perdita della forma prefissata. Cercate sempre di mantenere la vegetazione su un unico piano e più vicina possibile al tronco/rami principali, potando i germogli alla seconda (a volte anche prima) coppia di foglioline, non appena se ne saranno formate 4-5 coppie. In questo modo avrete un perfetto irraggiamento di tutti i germogli e un ottimale produzione di gemme.
CONCIMAZIONE E PREVENZIONE
Il rosmarino risponde molto bene alle concimazioni; quindi, usate concime organico (lo stallatico pellettato è ottimo) con parsimonia su bonsai già formati, al fine di evitare eccessivi allungamenti dei germogli e internodi lunghi che rovinerebbero le proporzioni della ramificazione. Su esemplari in coltivazione si può abbondare di più, anche con chimico, favorendo un rapido sviluppo e infoltimento della pianta. Per la delicatezza delle radici, comunque, sconsiglio di utilizzare concimi con alto titolo di elementi.
Riguardo alla lotta ai parassiti, direi che non ha molti nemici, se non quelli legati all’apparato radicale come gli agenti di marciume o le nottue e qualche coleottero defogliatore. Come detto prima, la salute della pianta si fa principalmente con una prevenzione “agronomica”, ovvero scegliendo i giusti substrati e habitat e condizioni di crescita. Comunque è bene usare un fungicida e qualche insetticida sistemico, somministrato per irrigazione a primavera in prevenzione e in caso di attacchi di fitofagi, un insetticida a largo spettro per contatto.
Beh, queste sono le dritte principali per cominciare a guardare con occhio diverso il rosmarino… poi, come sempre, i principali artefici della vita delle piante siete voi, adeguando la coltivazione alla vostra zona di dimora e ale abitudini di coltivazione che avete!!! La cosa positiva che c’è nel coltivare bonsai di rosmarino e che… AVREMO SEMPRE A DISPOSIZIONE GLI AROMI PER L’ARROSTO!!!
buon bonsai!
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