8.00: suona la mia sveglia al solito volume onestamente imbarazzante che sveglierebbe tutto il paese se qua non fossero tutti mattinieri e alle 5.30 già in piedi per fare le pulizie domestiche.
8.05: finita la canzone, che ascolto sempre con molto gaudio dondolandomi nel letto e scalciando come una mucca ad ogni cambio di ritmo, sento una porta che si apre, un borbottio di origine vulcanica, dei passi pesanti, o è il gatto o è Anacleto. Poi sento la consueta imprecazione in dialetto mantovano e realizzo che può essere solo Anacleto.
- Anacleto, ma come mai sei ancora qua? Non dovevi svegliarti presto per andare a lavorare?
- Eh e invece ho dormito *parolaccesparse*
- Ah ok
- No ecco colpa tua che mi fai vedere i film e che resto alzato fino a tardi
- …
- Ecco era una vita che non mi alzavo alle 7.30, dovevo farmi la barba, non ho fatto nemmeno in tempo a fare colazione!!! Quando facevo il soldato … [qua obiettivamente ho smesso di ascoltare]
- …
- Però ho dato da mangiare al grigio bello e ho fatto due carezze al nostro gatto
- *____*
- Guarda che tra poco viene il ragazzo per pitturare la basculante del garage
- E quindi?
- E quindi niente, se vuole da bere, qualcosa, senti cosa vuole
- …
- Non hai visto Sorella Luna che agli operai portava l’acqua minerale con il vassoio e il ghiaccio nei bicchieri?
- Ecco appunto
- Mmmmmmpfffffffff sgggggggggggggrrrrrrrrrrrr
- Ciao Ana, ricordati il tacchino e la tartaruga morbida
Il film di ieri sera era “Little Miss Sunshine” che ho deciso di rivedere per la ottondicesima volta. E giuro che non l’ho legato alla sedia.
I-ay-I-ay.