Un bunga da 2,5milioni di euro. E la Lega censura Saviano
Creato il 20 gennaio 2011 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Si potrebbe dire: “Ma che titolo del cazzo è?” e uno mica avrebbe tutti i torti. È solo che in questo momento si è creato un simile caos che in apparenza tutto sembra un controsenso esistenziale, una notizia la negazione dell’altra, una corsa affannosa alla smentita e alla contro-smentita. Perfino noi, che di caos e nel caos abbiamo vissuto per anni, stentiamo a trovare un filo logico a quanto sta accadendo. E forse è questa la ragione per la quale abbiamo aperto un blog che, più che tentare di dare una risposta agli altri, sta provando a farlo innanzitutto con noi stessi. La notizia che nel Veneto è iniziata la caccia allo scrittore scomodo, fa capolino fra altre tre delle quali riportiamo i titoli: “Da Kalispèra a Matrix, da Vespa ai Tg in tv la controffensiva del Cavaliere”; “Il conto salato del Bunga bunga. Oltre 2,5 milioni nel 2010”; “Ma le carte smentiscono Ruby su sesso con premier e minore età”. È La Repubblica e gli articoli portano la firma dei migliori opinionisti del giornale. Il senso è che, pur volendo parlare di altro, alla fine lì si torna, a parlare del sesso di Silvio e di tutti gli annessi e connessi. Non c’è verso, per gli italiani il buco della serratura dal quale spiare la vita degli altri (soprattutto in camera da letto) è più forte del desiderio di prendere parte attiva agli avvenimenti. Fondamentalmente siamo un popolo di pigri per cui ci piace tanto guardare quello che fanno gli altri e poco essere guardati insomma, a noi i voyeur fanno un baffo. Questa è la nazione del “meglio un uovo oggi che una gallina domani”, del “mal comune mezzo gaudio”, del “chi si contenta gode”, adagi popolari che la dicono lunga sul carattere di un popolo che, nonostante tutto (e sondaggi alla mano), dice che Silvio è ancora il politico con più carisma e al quale dare più fiducia che ad altri. Ci deve essere qualcosa di perverso in tutto questo, altrimenti non si spiegherebbe come a Berlusconi venga concessa l’onnipresenza televisiva senza contraddittorio, esattamente come si fa con i dittatori di una qualsiasi repubblica delle banane. E a questo proposito consentiteci di riaffermare la nostra sensazione che il tg di Mentana è un finto “cerchiobottista”, in apparenza è molto critico nei confronti di Silvio, ma in sostanza non lo è affatto. Ieri sera, “mitraglia” Mentana ha lasciato indisturbato il presidente del consiglio per tre minuti nei quali ha reiterato i suoi farneticanti attacchi alla magistratura che “deve essere punita” perché si è permessa di indagare sulla sua privacy. E, secondo noi, non servono poi i pareri di Belpietro e Travaglio per riportare la questione a bomba, perché il danno, a quel punto, è fatto. Nonostante Travaglio continui a dire che il Tg di Mentana è il migliore (forse perché lo ospita quasi tutte le sere), a noi sembra il più sottilmente perfido, è una nostra impressione e ce la teniamo stretta. In mezzo a tutto questo marasma mediatico molto ipocrita e poco “onesto”, a noi ha colpito la notizia che nel Veneto è iniziata la caccia allo scrittore dissenziente. Dopo la storiaccia di “Vieni via con me” Roberto Saviano è stato messo all’indice, via i suoi libri dalle biblioteche pubbliche, via il suo pensiero da quelle scolastiche. Fautrice della battaglia contro il “gomorrista”, e gli scrittori che firmarono l’appello pro-Battisti di qualche mese fa, l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan la quale ha detto: “Non chiediamo nessun rogo di libri, intendiamoci. Semplicemente inviteremo tutte le scuole del Veneto a non adottare, far leggere o conservare nelle biblioteche i testi diseducativi degli autori che hanno firmato l'appello a favore di Cesare Battisti”. In poche parole, io dico la mia e siccome la mia non è la stessa di quella dell’assessore veneto, vengo messo all’indice. La signora Donazzan, fervente cattolica e pidiellina di provenienza Fronte della Gioventù (ariecco i nostri “amici” fasci!), è una dei quelle che sta rendendo questo paese una chiavica, tanto che ci viene il sospetto che chiamandosi “Italia”, qualcuno l’ha scambiata per l’ennesima escort con la quale esibirsi in uno sfrenato put in the ass (così traduce Google la performance di cui Karima è maestra).
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