Una vicenda assurda, un caso limite che si conclude con poche parole: “Considerato che l’assegnazione temporanea si è protratta nel tempo, si è disposto l’invio degli ulteriori pacchi contenenti svariati generi”. Accade a Francesco Mammoliti, attualmente ristretto presso Buoncammino che è rimasto per cinque mesi in attesa che gli venissero recapitati i bagagli depositati nel carcere di Trapani. Francesco Mammoliti, 44 anni, nato a Buenos Aires, ristretto nel Centro Clinico della Casa Circondariale di Cagliari, era giunto dal carcere di Trapani per poter affrontare i suoi problemi di salute. Oggi Mammoliti ha espresso profonda gratitudine nei confronti del Direttore della Casa Circondariale siciliana che ha già provveduto a inviare un pacco con il computer e alcuni altri oggetti. Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione ‘Socialismo Diritti Riforme’, aveva segnalato il caso mesi fa e, dopo aver fatto un lungo colloquio con il detenuto “vittima” di questo singolare episodio, si è fatta carico di trovare una soluzione. Secondo la Calligaris si è trattato di un evidente caso di interpretazione restrittiva della norma, in particolare il dettato del comma 8 dell’art. 83 del Dpr 230 del 2000. Da quanto emerge sembra evidente che il trasferimento “temporaneo” di un detenuto da un Istituto ad un altro può essere considerato tale solo quando la permanenza può essere di alcune settimane. Se, invece, la causa di trasferimento sono condizioni di salute del ristretto allora la questione non è più “temporanea” anche perchè probabilmente possono essere richieste particolari condizioni di assistenza e sopratutto spesso accade che gli accertamenti diagnostici e le cure si protraggono nel tempo decade il principio della temporaneità decade. Secondo la Calligaris bene ha fatto dunque il Direttore di Trapani Renato Persico a far recapitare i bagagli al detenuto calabrese.. La vicenda risale al 21 gennaio scorso quando il giovane detenuto, affetto da gravi problemi cardiocircolatori, era stato tradotto a Buoncammino per la necessità di usufruire di una struttura penitenziaria dotata di un Centro Diagnostico Terapeutico in cui poter effettuare tempestivamente cure ed esami. All’atto della partenza gli fu consentito di portare solo lo stretto necessario sia perché il trasferimento sarebbe avvenuto con l’aereo sia perché il soggiorno nel nuovo carcere sarebbe durato solo pochi giorni. Una volta giunto a destinazione avendo appreso che la permanenza nell’Istituto sardo si sarebbe protratta a causa delle sue precarie condizioni di salute, Mammoliti scrisse al Direttore del carcere di Trapani informandolo della situazione e chiedendogli di fargli recapitare, come del resto gli era stato assicurato al momento del trasferimento qualora la permanenza si fosse prolungata per un periodo ragionevole, i bagagli. Non avendo avuto risposta, aveva inviato un’istanza attraverso l’Istituto cagliaritano. Ancora una volta però non ebbe riscontro. Presentò quindi reclamo al Magistrato di Sorveglianza di Cagliari per sollecitare il Direttore di Trapani. Rimasero senza esito anche le richieste inviate via fax e gli interventi telefonici da parte dei suoi avvocati.
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