Ho detto al salumiere che aveva sbagliato a darmi il resto, ha risposto che ora nel Paese non devono prevalere gli interessi di parteLeggo in giro che il venturo governo tecnico è un attentato alla democrazia, che s'agita alle nostre spalle una specie di consorteria internazionale che ci mangia le chiappe al mercato, giorno dopo giorno, sgranocchiando pezzi di Piccirillo che io nemmeno me ne sono accorto. Ieri il polpaccio c'era, oggi non lo so più. Perché lo spread oltre quota 500 è diventato il numero uno nella top five delle frasi d'ascensore. Ce ne riempiamo la bocca tutti, e a differenza di qualche mese fa sappiamo pure di cosa si tratta. Ma non lo sappiamo davvero, nel senso che ne ignoriamo il significato intrinseco, quello importante. L'allarme funziona così: bombarda la gente con qualche nozione difficile, possibilmente tradotta in inglese tecnico, aumentagli la benzina e il litro di latte. Una spruzzata di mercati impazziti, un pizzico d'Argentina e Grecia quanto basta. La signora andrà dal fruttivendolo guardandosi attorno circospetta, perché il sole sta ancora in cielo, la pensione è la solita merda ma arriva, il ragazzetto c'ha il Suv e quindi dai che non ce la passiamo così male. E' così che Berlusconi ha governato per 17 anni: "I ristoranti sono pieni". Dagli torto. La signora torna a casa con un chilo e mezzo di percoche e non ha ancora bene inteso: "Pasqua', ma ci dobbiamo preoccupare?", "E che ne saccio, Assunti', qua dicono i comunisti che bisogna fare presto, va a fernì che si magnano pure i soldi che tenimm' dentro o' materass'". E così filano via le giornate del terrore informato, tra chi non può aprirsi una cassetta di sicurezza in Svizzera, Non è stillicidio qualunquista se uno chiama in causa la gente comune. E' una categoria che esiste davvero: che si spaventa facile, perché sa poco e quel poco gli viene spiegato di merda. E' così che i guardiani della sacra democrazia volevano andare al voto? (E con questa legge elettorale?). Date un'occhiata al vicino di casa, al giornalaio, al benzinaio: sono in mezzo a voi, quelli che lo spread gli sta rovinando le giornate, e che non sanno più a che santo votarsi. O che santo votare. Sono loro che decidono poi.
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