Abbiamo parlato spesso del ruolo preponderante che le Guardie della Rivoluzione, i ben noti Pasdaran, ricoprono oggi all’interno del sistema politico-economico-religioso della Repubblica Islamica dell’Iran. Un ruolo che, immediatamente dopo la fine della guerra contro l’Iraq, è andato esponenzialmente crescendo sino a quando le IRGC hanno praticamente preso il comando del paese. Una posizione che, anche all’interno dell’Iran, ha generato diverse polemiche, attacchi che le Guardie hanno sempre respinto sia mediaticamente che giudiziariamente (si veda il recente caso della diatriba tra i Pasdaran e il deputato conservatore Ali Motahari). Proprio in questi giorni, quindi, è stata pubblicata in Iran un’intervista a Ramezan Sharif, Comandante dei Pasdaran responsabile per la Comunicazione esterna del Corpo. Sharif risponde proprio a domande interenti al ruolo dei Pasdaran nella vita pubblica dell’Iran. E’ molto interessante riportare alcune sue risposte perchè descrivono molto bene l’attuale situazione politica interna della Repubblica degli Ayatollah…
I Pasdaran e la politica
In un’intervista per Tehran-e Emrouz, il Comandante dei Pasdaran Ramezan Sharif, responsabile comunicazione esterna del Corpo, ha risposto in merito all’interferenza dei Pasdaran nella sfera politica ed economica del Paese. Ecco alcune delle risposte di Sharif elencate per punti e completate da qualche commento esplicativo.
- “Alcune persone possono pensare che una Guardia o un Comandante ha sostenuto uno specifico esponente politico o una corrente politica. C’è una differenza. però. tra l’intervento in politica e il sostegno ad una corrente politica…Le Guardie sono molto attive nell’informare il pubblico sulla politica e monitorare i media dei nemici. Questo grazie ad una superiorità di Intelligence…Le Guardie costantemente perseguono l’ordine di sostenere coloro che supportano l’ideologia di Khomeini e le strategie della Guida Suprema Ali Khamenei. Noi dobbiamo fare in modo che queste persone ottengano posizioni di responsabilità all’interno del Paese”. Non serve nessun commento per descrivere l’autoritarismo di una risposta del genere…
- “Le Guardie sono un corpo popolare all’interno del Paese. Un certo numero di ex membri dei Pasdaran ricoprono oggi posizioni attive nella politica, nell’economica e nelle altre sfere della società civile, ma loro non hanno contatti con le Guardie”. Che dire? E’ davvero ridicolo sostenere che i Pasdaran non sostengono gli ex membri al potere in Iran. Non solo li sostengono, ma ne sono i principali sponsor. Oggi, proprio grazie ad alti comandanti dei Pasdaran andati al potere, le Guardie controllano il Ministero della Difesa e quello del Petrolio. Per non parlare degli appalti che ottengono costantemente dal Governo iraniano. Si legga, in merito, questo interessante articolo del 2008!
- “Le Guardie Rivoluzionarie non hanno un servizio di Intelligence parallelo a quello del Ministero dell’Intelligence”. Falso: come noto, le Guardie stesse hanno all’interno una struttura parallela più potente di quella istituzionale e, tanto per completare l’opera, lo stesso Ministero dell’Intelligence iraniano è sotto loro controllo. Basti pensare che oggi il Ministro dell’Intelligence in Iran è Heydar Moshley, ex rappresentante della Guida Suprema presso i Basij, corpo volontario parte integrante delle Guardie Rivoluzionarie!
- “Quella che il nemico chiama attività economica, noi la chiamiamo attività per lo sviluppo…”. Sharif rispondeva in merito alle accuse fatte ai Pasdaran di dominare l’economica iraniana. Più che sviluppo, andrebbe chiamato monopolio. Le Guardie, infatti, per mezzo delle società da loro controllate, riescono ormai a mettere le mani sull’80% dell’economica iraniana. In merito a questo aspetto, rimandiamo a questi due articoli: Prima parte: http://bit.ly/cdlgtZ; Seconda parte: http://bit.ly/9DJGyL.
- “L’attività culturale delle Guardie non può essere considerata interferenza nella sfera culturale del Paese. Le Guardie lavorano per tenere vivo il nome dei martiri della Sacra Difesa (N.d.A.: i caduti della guerra contro l’Iraq)”. Ergo: le Guardie interferiscono e lo fanno direttamente anche grazie al controllo dell’Imam Hussein University…
- “Il nostro supporto alla Siria non è necessariamente militare…Noi sosteniamo la Siria nello stesso modo in cui la Siria ha sostenuto noi durante la Sacra Difesa. Questo è un dovere per il nostro Paese. Comunque, i siriani hanno buone capacità militari e non hanno mai domandato aiuto militare a noi…”. Come commentare? Primo ricordiamo che l’invio di combattenti iraniani in Siria è stato ammesso nel maggio scorso da Vice Comandante della Forza Quds iraniana Ismail Kuoni. Secondariamente, rimandiamo a questo pezzo, molto chiaro sul ruolo dell’Iran nella repressione delle proteste in Siria e nel sostegno ad Assad: http://bit.ly/NmIlwK. Potremmo citare altre decine di pezzi in merito…
Mentre la diplomazia discute, Teheran ripulisce…
Intanto, nel silenzio generale, vanno avanti le discussioni sul nucleare iraniano. Ad Istanbul si sono incontrati in questi giorni esperti internazionali e iraniani per cercare di trovare un accordo. Ovviamente, si tratta dell’ennesimo buco nell’acqua. Agli occhi della Repbblica Islamica, però, è tutto tempo prezioso guadagnato ed infatti, mentre la diplomazia discute, Teheran ripulisce…Eh già, perchè dalle parti degli Ayatollah deve essere tempo di pulizia. L’ISIS - think tank esperto nell’argomento – ha pubblicato nuove immagini che dimostrano come i tecnici iraniani stiano proseguendo la pulizia del sito militare di Parchin, dove sono stati fatti esperimenti in materia di esplosioni nucleari e dove vengono portate avanti le ricerche sui missili ballistici. E, per concludere in bellezza, approfittiamo per dirvi che l’Iran ha compiuto in questi giorni l’esercitazione militare Grande Profeta 7 ove, insieme al missile “Golfo Persico, pare abbia lanciato anche lo Shahab 3, con 1900 km di gittata. Circa 400 Km in più della distanza che intercorre tra l’Iran e Israele…