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Un commento all'alfabeto nuragico di Giovanni Ugas

Creato il 09 agosto 2012 da Zfrantziscu

Un commento all'alfabeto nuragico di Giovanni Ugas

Figura 1: in alto l'alfabeto nuragico secondo G. Ugas (1) (suoi i punti interrogativi);  sotto di esso le varianti regionali degli alfabeti greci arcaici (ca. 800-480 a.C.), prese da Wikipedia Con le frecce rosse, le lettere non individuate. I punti rossi sulla sinistra indicano
le due varianti cui Ugas connette in particolare l’alfabeto nuragico.

di Atropa Belladonna
In un recente post (1), Giovanni Ugas mostra per la prima volta - se non altro ai miei occhi - il "suo" alfabeto nuragico dell’età del Ferro, connesso secondo l’autore agli alfabetigreci arcaici (ca. 800-480 a.C.), in particolare alle varianti dell’Eubea e della Beozia (Fig. 1). Più o meno contemporaneamente compare in rete un altro articolo sulla scrittura nuragica, quello di P. Bernardini (2), che invece segue la “pista semitica” e non disdegna un lessico insultante e sarcastico, che nulla ha da cercare su una pubblicazione “seria”. Nessuno dei due autori cita il lavoro, più che quindicennale, di Gigi Sanna sull’epigrafia sarda dal Bronzo recente all’età del Ferro (3, 4). Nonostante l'articolo di Ugas affronti diversi argomenti e problemi, le sue tre figure sono tutte dedicate alla scrittura -"metrica" o alfabetica poco importa - dicendola lunga su quale fosse il tema forte e nuovo del post. I segni definiti da Ugas metrici o numerali li commenterò in seguito; qui voglio fare in parte quello che mi sarei naturalmente aspettata dall’autore: un’analisi comparativa (Fig. 1). L’altra parte necessaria, e cioè il presentare i documenti da cui è stata ricavata la tabella alfabetica, non posso ovviamente farla io.

Un commento all'alfabeto nuragico di Giovanni Ugas

Figura 2: Alfabeto nuragico secondo G. Sanna (3), che parla di “presenza  della scrittura di origine orientale (cananaica o siria, palestinese,  ebraico - aramaica) con l'uso inmixdi alfabeti consonantici di tipologia  'gublitica', 'protosinaitica', 'ugaritica', 'protocananaica', ' fenicia arcaica', fenicia, etrusca e, infine, latina” (5).

Vediamo in figura molti punti interrogativi, posti dall’autore stesso (1); diversi buchi: mancano epsilon, eta, theta, kappa, nu, psi, san, omega. L’alpha è tutt’altro che convincente, un Kh lo sarebbe stato molto di più per quel segno. La tau neppure: in nessuna delle varianti greche è resa con il segno a croce, mentre chiaramente quello è il segno semitico per taw. Altri segni sono poco diagnostici, es: B, G, D, Z, ‘O. Altri imprecisi, come il segno che Ugas interpreta tentativamente come Ksi, che invece pare molto di più una samek semitica.Alcuni segni sono per me nuovi o quasi, rispetto alla tabella di Gigi Sanna (figura 2) (3): quella sorta di F (digamma o wav) in 6a posizione da sin.; la “barchetta” (possibilmente Q, koppa, per Ugas) e il cerchio con linea che Ugas assegna tentativamente a Phi. Con l’eccezione del primo segno (che potrebbe essere una yod, fig. 2), per gli altri due non ho trovato riscontro nei documenti nuragici a me noti. Come li leggerà Gigi Sanna?qualche idea l’avrei, ma senza vedere i documenti originali non si può fare nulla. Ora, io credo che il dr. Ugas dovrebbe spiegarci meglio alcune cose: 1. come spiega le discrepanze tra l’alfabeto nuragico e quello che propone come affine, cioè il greco arcaico della Beozia? 2. Come fa, stante queste discrepanze, visibili a chiunque dia un’occhiata alla figura 1,ad affermare “A parte l’incertezza sul valore da assegnare ad alcune lettere, per il resto non vi sono dubbi riguardo all’origine e al significato dei segni”, se una riga sotto scrive “Finora, le iscrizioni sono poche e limitate a una sola parola, e perciò, anche se è stato fatto un passo importante, occorre ben altro prima di azzardare ipotesi sul lessico e sulla lingua (o sulle lingue) parlate in Sardegna in età nuragica.”. Voglio dire come fa a non avere dubbi sul valore dei segni, se non ha idea del lessico e della lingua e se le iscrizioni, afferma, sono limitate ad un segno, in qualche caso due? 3. Come fa ad essere sicuro del valore dei segni se ha 8 valori che mancano all’appello su 28 (ca.il 28%!); 9 punti interrogativi; una decina di segni non diagnostici, perché sovrapponibili a quelli semitici (proto-cananei o fenici)? 4. come giustifica il fatto di trovare 4 Sdiverse e neppure un esempio di una consonante banale come la N? o una vocale come E? non prende neppure in considerazione l’idea che quei “serpentelli” (che assegna alla S, modello Sextus Nipius) potrebbe essere invece dei serpentelli N (fig. 2), di ascendenza proto-sinaitica?
Riferimenti

(1) G. Ugas, Nuraghi, Shardana, scrittura ed altre questioni, 07.07.2012

(2) P. Bernardini, Elementi di scrittura nella Sardegna protostorica, In:L' epigrafe di Marcus Arrecinus Helius : esegesi di un reperto: i plurali di una singolare iscrizione : atti della giornata di studi (Senorbì, 23 aprile 2010) / a cura di Antonio Forci. - Ortacesus : Sandhi, 2011. - 142 p. : ill ; 30 cm.

(3) G. Sanna, L'alfabeto nuragico. Aggiornamento (al 2011): poche le sorprese, 12.02.2012 (4) G. Sanna, Sarda grammata, S’ Alvure, 2004; G. Sanna, la Stele di Nora, PTM, 2009; (5) G. Sanna, Scrittura nuragica. Il magnifico Toro alato o Bue Api di Villaurbana, 05.08.2012

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