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Un confronto interessante fra pro e contro il nucleare

Creato il 27 settembre 2010 da Lorenzo_gigliotto

Il nucleare sta diventando un tema con cui abbiamo a che fare ormai quotidianamente. Per fare chiarezza sull’argomento “la Repubblica” ha raccolto le opinioni di due personalità, che si occupano di energia e ambiente: Enzo Gatta, presidente dell’Ain (Associazione italiana nucleare) e Ermete Realacci, responsabile green economy del Partito Democratico, rispettivamente favorevole e contrario all’energia atomica.
Gli interventi hanno un punto in comune: in entrambi i casi ci si sofferma sul confronto nucleare – rinnovabili, non solo in rapporto alle caratteristiche delle due fonti energetiche, ma anche e soprattutto ai costi.
Per quanto riguarda la prima questione, l’esponente del Pd fonda tutto il suo intervento su un presupposto: da un lato c’è il nucleare, dall’altro le energie “pulite”. In più di un’occasione si è constatato come quest’idea non corrisponda alla realtà: innanzitutto, come giustamente sottolinea Gatta, le due tecnologie sono “complementari…entrambe non emettono CO2, hanno costi di produzione insensibili alla volatilità dei combustibili fossili, favoriscono la crescita dell’industria italiana e hanno rilevanti ricadute occupazionali”. Una sintesi più che completa di come le due fonti energetiche non hanno caratteristiche opposte, ma possono tranquillamente “andare a braccetto”, scalzando, così, le fonti fossili, più costose e inquinanti. Gli esempi di “mix energetico” adottati in diversi stati europei, Germania su tutti, dimostrano, poi, che l’abbinamento nucleare – rinnovabili non è solo un’ipotesi.
Più delicato il discorso sui costi: da più parti circolano dati e ricerche contrastanti, che non aiutano a capire la situazione.  Per Realacci lo sviluppo del nucleare richiede un forte sostegno pubblico e i costi andrebbero inevitabilmente a ricadere sulle tasche degli italiani; secondo il presidente dell’Ain non ci sarà, invece, nessuna spesa aggiuntiva per i contribuenti. Chi ha ragione? In linee generali si può dire che non sono previsti per il momento costi per i cittadini, ma non è possibile dare una risposta definitiva, fino all’attuazione di un piano concreto. Va detto, tuttavia, che diversi studi che hanno confrontato nucleari e rinnovabili, sottolineando la maggiore convenienza di queste ultime, erano spesso fondati su criteri discutibili e calcoli sbagliati. Basta pensare alla ricerca del North Carolina Waste Awareness Network, diffusa di recente: la conclusione era che il solare risultava più conveniente del nucleare, applicando, però, un “finto” sconto fiscale, che ne riduceva notevolmente i costi.
Investire sul nucleare, dunque, non sarebbe più costoso che puntare sulle rinnovabili, tanto più che verso l’energia atomica si stanno muovendo anche l’Europa e il Mondo. A tale proposito, Gatta parla di vero e proprio “Rinascimento” nucleare: in 30 Paesi del Mondo sono in funzione  ben 441 reattori e solo in Europa sono già operativi 197  impianti che concorrono al 33% della produzione totale di energia. L’Italia purtroppo, sottolinea il presidente dell’Ain, “rischia di restare ai margini. Oggi siamo l’unico Paese del G8 che non ha il nucleare e sappiamo bene quanto il nostro Paese necessiti di una diversificazione del mix produttivo che consenta sicurezza degli approvvigionamenti, migliori prezzi dell’energia elettrica per la competitività delle nostre imprese e per le famiglie, e rispetto degli obblighi di raggiungimento degli obiettivi ambientali…Il nucleare da solo non è la soluzione, ma senza nucleare non c’è soluzione”. Si può essere o meno d’accordo, ma perché privarci di un’opportunità che potrebbe contribuire in maniera decisiva al nostro progresso?



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