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Un consiglio che si può rifiutare

Da Tanks @tanks

Un consiglio che si può rifiutareRicevo molti messaggi con oggetto: "xyz ti consiglia il blog".
Fino a ottobre viaggiavo a una media di due e mezzo al giorno, a novembre sono calati a un paio e dicembre sembra confermare la tendenza. Sono comunque tanti, e la numerosità non invita ad aprirli; se succede, poi, è con un nick che consiglia per la prima volta.
Da parte mia l'ho usato una volta sola: ho suggerito agli amici (150 circa), mi hanno letto in 6. Percentuale di hit: 6/150 = 4%. Il restante 96% ha ignorato il messaggio, dunque ritenuto "spam".
Considerando l'effetto novità (le volte successive sarebbe andato peggio), ho smesso: per portare visite al nostro blog ritengo più efficaci altre strade.
Prima di analizzarle, un'occhiata alle statistiche degli ultimi mesi, tirate giù dalla mia casella (nell'immagine). In tre mesi e mezzo ho ricevuto 231 segnalazioni da 25 nick.
L'80% dei suggerimenti arriva da quattro nick, gli altri 21 si ripartiscono il restante 20%. Quante delle 231 segnalazioni ho letto? Una ventina. Quanti blog ho visitato? Cinque o sei, quasi tutti nel gruppo "blog da 5 a 25".
Non so quanto questi numeri siano nell'esperienza anche di altri blogger, ma difficilmente i loro saranno più rosei.
Eccoci alle strade più efficaci per farsi leggere, almeno per la mia esperienza.
Ci sono quattro strade che portano un visitatore al nostro blog:

  • il post è segnalato da qualche parte, con il titolo e, a volte, con le prime righe
  • il post è suggerito come risultato da un motore di ricerca, ancora una volta con il titolo e un paio di righe
  • il navigatore arriva dopo un click sul bottone "Esplora" (in alto a destra)
  • si tratta di un visitatore abituale

Perché il visitatore diventi abituale, occorre però che una prima volta passi dal blog, sia attratto a leggere, interessato al contenuto e alla nostra esposizione, si annoti il blog per tornarci. Ecco qualche buona regola per conquistare il visitatore.
Un buon titolo al post. Niente fuochi d'artificio, ma che incuriosisca, prometta qualcosa, si faccia preferire agli altri link "cliccabili" che gli stanno vicino.
Post non lunghissimi, e chiaramente divisi in paragrafi, con gli "a capo" giusti all'interno: chi legge si spaventa meno e forse arriva al fondo.
Sempre che si cominci a leggere, le prime righe del post sono decisive: se non capisco dove si va a parare, difficilmente proseguo.
L'impaginazione del blog: attenzione alla leggibilità. Caratteri ben distinti dallo sfondo, evitare distrazioni luccicanti in giro per la pagina.
Dove comincia la ciccia? A volte, quando finalmente arrivo al primo post (se non mi fermo prima), mi ritengo già soddisfatto della scoperta, dopo immagini di donne sognanti, dai corpi morbidi, voluttuosamente avvolti in veli.
Castissimi, per carità, però il tutto conturba. Cosa potrà aggiungere il post?
Altro motivo per evitare di rimpinzare la pagina di immagini: i tempi di caricamento. Considerate che non tutti hanno connessioni velocissime e pc di ultimo grido, una pagina leggera è da preferire, sempre.
Il contenuto, infine. Qui sono di parte, ho sempre avuto un rapporto difficile con l'intimismo e la poesia. Mi stupiva, da piccolo, che si sprecasse tutto quello spazio del foglio, andando a capo così presto nei versi. Ma, ripeto, sono di parte.
Buon martedì.


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