Antonio Conte ai microfoni di Mediaset Premium
si è rivolto in malo modo all’intervistatore
L’OPINIONE. «Fammi una domanda più intelligente». Infastidito, arrogante e con una dose di adrenalina che non giustifica l’arroganza, l’allenatore della Juventus Antonio Conte ha insultato in diretta un giornalista di Mediaset che si era “permesso” di chiedere informazioni circa il mancato utilizzo dell’attaccante Fernando Llorente. Va dato atto che il giornalista, accusato il colpo, ha comunque continuato a fare il suo lavoro con una professionalità e un sangue freddo ammirabile. Quella professionalità che è mancata al mister bianconero che, non contento, ha continuato a ironizzare anche con i giornalisti in studio. È evidente che la gestione dell’ex attaccante dell’Atletico Bilbao stia provocando più di un mal di pancia a Conte. Ma il punto non è questo. Il punto è: fino a quando i giornalisti dovranno sopportare “per quieto vivere” le esternazioni isteriche del cafone di turno? Ieri è stato Conte, ma lo stesso può accadere in politica ed economia. Ci si lamenta sempre che i giornalisti non fanno il proprio mestiere. Quando lo fanno, però, nella migliore delle ipotesi vengono insultati. Perché l’autore dell’insulto sa che quel microfono e quella telecamera puntata su di lui gli garantiscono una sorta di impunità. E se li provassimo a spengere? «Basta così, la sua opinione non mi interessa e sono certo che non interessa più neanche il pubblico. Io sto lavorando e non accetto di essere insultato». Se ieri il giornalista Mediaset anziché continuare l’intervista avesse detto una frase simile a questa, siamo sicuri che non avrebbe avuto dalla sua parte tutti i colleghi e, cosa più importante, i telespettatori?
p.s. Anche le dichiarazioni di Leonardi sul gol di Totti sono un insulto. All’intelligenza.
Contenuto ceduto in esclusiva dall'agenzia alaNEWS. Riproduzione vietata. Anno 2013.