In questa immagine sono rappresentate la quota o altezza dal suolo (a sinistra, a colori) e i rilievi ombreggiati (a destra, in bianco e nero) del cratere Chackleton di 21 chilometri di diametro che si trova costantemente in ombra vicino al Polo Sud della Luna. La struttura interna del cratere è stata rivelata da un modello di quota digitale costruito sugli oltre 5 milioni di misurazioni in altezza ricavate dal Lunar Orbiter Laser Altimeter.
Credit: NASA/Zuber, M.T. et al., Nature, 2012, immagine disponibile su: http://www.nasa.gov/images/content/656980main_zuber_shackleton_split_lgweb.jpg
Il Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA ha inviato a terra dei dati che indicano la presenza di ghiaccio in circa il 22% del materiale di superficie in un cratere nel Polo Sud della Luna.
Un team della NASA e alcuni ricercatori universitari utilizzando luce laser proveniente dall’altimetro laser di LRO hanno esaminato il fondo del cratere Shackleton trovandolo più luminoso di quelli nelle immediate vicinanze, il che è coerente con la presenza di piccole quantità di acqua. Questa informazione aiuterà i ricercatori a capire la formazione del cratere e lo studio di altre aree inesplorate della Luna. Le scoperte sono state pubblicate recentemente sulla rivista Nature.
“Le misure di luminosità sono state un rompicato fino a due estati fa” ha affermato Gregory Neumann del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, Maryland, co-autore dell’articolo. “Mentre la distribuzione della luminosità non era esattamente quella che ci si aspettava, in pratica però tutte le misure relative all’acqua e ad altri composti volatili sulla Luna erano sorprendenti, date le basse temperature all’interno dei crateri polari”.
E’ sempre stato un cratere che ha attirato la curiosità, una sorta di enigma, in quanto perennemente in ombra nella sua regione interna e che ne aveva reso difficile la determinazione.
La sonda ha mappato il cratere Shackleton con un dettaglio senza precedenti, utilizzando un laser per illuminare l’interno del cratere e la misura del suo albedo, o riflettanza naturale. La luce laser misura la profondità, confrontabile con la sua lunghezza d’onda dell’ordine del micron, pari a un milionesimo di metro. Il team ha pure utilizzato il laser per mappare il rilievo del terreno del cratere tenendo conto del tempo impiegato dalla luce laser per essere riflessa indietro dalla superficie. Più tempo la luce impiega, più bassa è la quota del terreno lunare.
La mappa di elevazione/quota del cratere Shackleton ottenuta dai dati del Lunar Orbiter Laser Altimeter di LRO. I falsi colori indicano l’altezza: col blu i rilevi più bassi, col rosso e bianco le altitudini maggiori. Credit: NASA/Zuber, M.T. et al., Nature, 2012.
Oltre alle eventuali prove della presenza di ghiaccio, la mappa del cratere Chackleton ha rivelato un cratere ben conservato che è rimasto relativamente indenne dall’atto della sua formazione, oltre tre miliardi di anni fa. Il fondo del cratere è di per sè costellato da numerosi piccoli crateri che possono essersi formati come risultato della collisione che ha creato il cratere Shackleton.
Il cratere, chiamato così in onore dell’esploratore antartico Ernest Shackleton, è di 3,2 chilometri di larghezza. Come parecchi crateri nel Polo Sud lunare, la piccola inclinazione dell’asse di rotazione lunare comporta che l’interno del cratere Shackleton sia sempre al buio e quindi estremamente freddo.
“L’interno del cratere è estremamente robusto”, ha detto Maria Zuber, a capo del team di ricercatori presso il Massachusetts Institute of Technology a Cambridge in Massachusetts “Non sarebbe facile strisciare in là.”
Se da una parte il fondo del cratere è relativamente brillante, dall’altra la Dott.ssa Zuber ei suoi colleghi hanno osservato che le sue pareti erano ancora più luminose. La scoperta è stata in un primo momento sconcertante. Gli scienziati hanno ipotizzato che il ghiaccio fosse ovunque all’interno del cratere, anche sul fondo, dove non penetra luce diretta del sole. Le pareti superiori del cratere Shackleton sono occasionalmente illuminati e quindi il ghiaccio che si accumula potrebbe evaporare. Una teoria offerto dal team di spiegare l’enigma è che “moonquakes o terremoti lunari” – causati da impatti di meteoriti, oppure le maree gravitazionali dalla Terra stessa possano aver causato a Shackleton il distaccamento delle paretti vecchie, che presentavano un colore più scuro, rivelando una roccia più recente e quindi un suolo più luminoso al di sotto. Zuber è il suo team grazie ad una mappa ad alta risoluzione sono stati in grado fornire una forte evidenza della presenza di ghiaccio sia sul fondo del cratere che uslle sue pareti interne.
“Ci possono essere diverse spiegazioni per la luminosità osservata in tutto il cratere”, ha dichiarato Zuber. “Per esempio, i nuovi materiali possono essere esposti lungo le pareti, mentre il ghiaccio può essere miscelato con il fondo.”
L’obiettivo iniziale e primario di LRO è quello di condurre indagini e osservazioni che ci preparino per la futura esplorazione lunare. Lanciato nel giugno 2009, LRO ha completato la sua missione priniciplae di esplorazione. LRO è stato costruito e viene gestito dal Goddard. Questa ricerca viene sostenuta dalla NASA che cura anche le operazioni della missione insieme al Science Mission Directorate, a Washington.
Fonte NASA News – Researchers Estimate Ice Content of Crater at Moon’s South Pole: http://www.nasa.gov/mission_pages/LRO/news/crater-ice.html e http://www.nasa.gov/home/hqnews/2012/jun/HQ_12-208_LRO_Ice_Moon_Crater.html
MIT News – Researchers find evidence of ice content at the moon’s south pole: http://web.mit.edu/newsoffice/2012/shackletons-crater-0620.html e Researchers find evidence of ice content at the moon’s south pole : http://web.mit.edu/press/2012/shackletons-crater-0620.html
Altre informazioni su Science@NASA – Evidence Mounts for Ice in Shackleton Crater:
http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2012/20jun_shackleton/
UniverseToday: http://www.universetoday.com/95897/loads-of-ice-waiting-for-explorers-at-the-moons-shackleton-crater/
Lunar Reconnaissance Orbiter: http://lunar.gsfc.nasa.gov/ e per le News recenti: http://www.nasa.gov/mission_pages/LRO/main/index.html
Sabrina