Purtroppo la stagione è quasi finita, ma è importante ribadire il concetto che Sunset On The Golden Age è stato il disco di quest’estate 2014. È uscito solo il primo agosto, ma già Drink aveva fatto capire benissimo di che si stava parlando: uno dei singoli più belli degli Alestorm, un manifesto di vita e di musica, in cui addirittura si permettevano il lusso di ripercorrere la propria carriera in una strofa come ogni tanto fanno i Manowar. Drink rende chiaro perché gli Alestorm sono uno dei pochissimi gruppi attuali per cui valga la pena di versare lacrime e sangue; leggere soprattutto la prima strofa:
Piracy’s a crime and crime doesn’t pay
And we go home poor at the end of the day
But I’d rather live my life in rags
Than be taped to a desk with a wife as a hag
We live each day like there’s nothing to lose
But a man has needs and this need is booze
They say all the best things in life are free
So give all your beer and your rum to me
Che tradotto suonerebbe più o meno come “la pirateria è un crimine e il crimine non paga/ e noi torniamo a casa poveri ogni sera/ ma preferirei vivere coperto di stracci/ che rimanere incollato a una scrivania con un cesso di moglie/ Noi viviamo ogni giorno come se non ci fosse niente da perdere/ ma un uomo ha dei bisogni, e quel bisogno è l’alcol/ Dicono che le cose migliori della vita sono gratis/ allora dammi la tua birra e il tuo rum”.
Per capire lo spirito della cosa bisogna sempre ricordare che Christopher Bowes è un soggettone con una laurea in matematica nato nel posto più sperduto d’Europa, e che di fronte a una normale carriera da ricercatore universitario ha preferito impazzire e dedicarsi alle sue cose preferite:
1-l’alcol
2-il metallo
3-fare il cazzone
E quindi ci ha provato. O la va o la spacca, avrà detto. E ci è riuscito: ora gira il mondo perennemente ubriaco e suona stornelli da osteria vestito da pirata. Qualche migliaio di scoppiati lo adorano e lui, ne sono sicuro, adora noi. La sua laurea in matematica adesso è solo un aneddoto da raccontare quando si parla di lui, del tipo cioè ti rendi conto che sto tizio è laureato in matematica.
ti rendi conto che sto tizio è laureato in matematica
Christopher Bowes è il Peter Pan definitivo, è quello che tutti noi sognavamo di diventare da ragazzini: ed è quindi con tutto questo in mente che ci si deve approcciare agli Alestorm e a Sunset On The Golden Age in particolare, niente più che un insieme di stornelloni e canzoncine da osteria con un’atmosfera piratesca da cartone animato, le parti epiche in stile Pirati dei Caraibi e le parti festaiole come sulla nave di Capitan Uncino. Insieme a Drink (unica possibile colonna sonora dell’estate 2014) è splendida anche Magnetic North, forse la migliore del disco, un inno zumpeggiante che dal vivo farà magicamente scomparire tutto l’alcol presente nelle vicinanze; inspiegabilmente carina anche la lunga titletrack in chiusura, che alla lontanissima riecheggia un po’ i Cradle of Filth più tamarri come succedeva in Death Throes of the Terrorsquid. Tra gli stornelli più riusciti segnaliamo anche Wooden Leg!, ché dal vivo la canteremo tutti abbracciati (AGGGGHHH YOU SPANISH BASTARDS!) e la cover della truzzissima Hangover, il cui testo sembra essere stato scritto proprio da (o per) Bowes. Uno dei dischi dell’anno, ovviamente. (Roberto ‘Trainspotting’ Bargone)