Magazine Informazione regionale

Un disco rotto non basta

Creato il 16 ottobre 2010 da Gadilu

Un disco rotto non basta

Le recenti polemiche sul manifesto ideato dal movimento Süd-Tiroler Freiheit – quello della scopa, per intenderci – forniscono lo spunto per occuparci nuovamente dei nostri separatisti. Al di là del banale significato provocatorio dell’immagine, qui non dobbiamo perdere di vista il contenuto del messaggio, riassunto dallo slogan “Il Sudtirolo può fare a meno dell’Italia”. Soltanto se questo messaggio risultasse sensato, la provocazione rappresenterebbe infatti qualcosa di più corposo o comunque degno di essere discusso pubblicamente. Al contrario, se non fosse possibile trovare in questa operazione un sufficiente contenuto di senso, allora dovremmo trarre la conseguenza di trovarci di fronte al paradossale risultato di un movimento che sta cercando di perorare nel peggior modo possibile l’unica causa del proprio impegno.

Per addentrarci un po’ di più nella questione, occorre trasformare lo slogan menzionato in una domanda: il Sudtirolo può fare a meno dell’Italia? Ognuno comprende che una simile formulazione è di una genericità a dir poco sconcertante se riferita a un progetto politico degno di questo nome. Fare a meno di “qualcosa” è perfettamente possibile, ma se non si specifica ulteriormente sia il contorno di quello di cui si vorrebbe fare a meno, sia la concreta tecnica di affrancamento, una risposta secca (sì o no) è del tutto velleitaria. I sostenitori del movimento di Eva Klotz dovrebbero allora sforzarsi un po’ di più, dirci finalmente di quali “cose” essi vorrebbero fare a meno e “come” sarebbe possibile riuscirci. Ripetere come un disco rotto “siamo stufi dell’Italia” non basta. E non basta soprattutto se, come finora è stato dimostrato, queste rivendicazioni d’indipendenza si concentrano quasi esclusivamente sul puerile rifiuto della simbologia nazionale (bandiera, emblemi, inno).

Sognare un futuro senza l’Italia non esime chi lo fa dall’obbligo di descriverci nel dettaglio verso quale paesaggio istituzionale, economico, culturale e soprattutto umano andremmo incontro. L’autonomia della quale disponiamo – pur con tutti i suoi difetti – ha garantito pace e prosperità a questa terra. In particolare, essa si è rivelata una buona cornice per il contenimento del potenziale conflittuale che, estinto sul piano della realtà, è stato dislocato su quello della rappresentazione e dei simboli. Una ridefinizione radicale di quella cornice presuppone la coscienza delle difficoltà e dei rischi finora sempre sottaciuti dai paladini del “Los von Italien”, i quali invece pensano di poter nascondere la propria insipienza politica appiccicando manifesti e adesivi per poi sperare in una repressione capace di accreditarli come difensori della libertà.

Corriere dell’Alto Adige, 16 ottobre 2010



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog