Un Discorso Storico che cambierà il Marocco.

Creato il 10 marzo 2011 da Paolo

Il re Mohammed VI ha annunciato ieri sera importanti riforme democratiche tra le quali nuovi poteri al Primo Ministro  e “l’ampliamento delle libertà individuali”, nel primo discorso tenuto alla nazione dopo le manifestazioni del 20 febbraio. “Abbiamo deciso in intraprendere una riforma costituzionale globale”, ha dichiarato il sovrano, sottolineando il suo apporto fermo per dare una forte spinta alle dinamiche riformatrici in corso. “Siamo sorpresi. Sua Maestà è stato molto forte, ha risposto positivamente alle richieste dei partiti e dei giovani”, ha dichiarato Abdelilah Bekirane, il segretario generale del partito Giustizia e Sviluppo (PDJ, opposizione parlamentare). “Il PDJ è soddisfatto. Questa evoluzione rassomiglia più ad una rivoluzione e le parti in causa sono chiamate a lavorare seriamente per concretizzare il contenuto di questo discorso”, ha aggiunto M. Bekirane. Va ricordato che questa riforma costituzionale annunciata dal re sarà sottomessa ad un referendum popolare la cui data non è ancora stata fissata. Nel suo discorso, Mohammed VI ha enumerato sette assi  delle sue riforme democratiche, tra cui il riconoscimento per la prima volta nella storia del reame della componenete berbera amazigh, e ancora il rafforzamento dello statuto del Primo Ministro e la volontà di erigere una giustizia con poteri  indipendenti. L’articolo 65 dell’attuale costituzione marocchina precisa che il Primo Ministro, nominato dal re, assume la responsabilità del coordinamento della attività ministeriali. Il Primo Ministro sarà nominato, secondo la prossima costituzione, in seno del partito politico che vincerà le elezioni della Camera del Parlamento marocchino e non più designato dal sovrano, precisa il discorso reale. Come capo di un potere effettivo, il Primo Ministro sarà pienamente responsabile del governo, dell’amministrazione pubblica e della messa in vigore del programma ministeriale. Questa è una forte rottura con il passato, un passaggio epocale, e risponde alle richieste di un buon numero di marocchini che non hanno mai smesso di rivendicare delle riforme istituzionali e politiche. Questa discorso poi rompe di fatto con la monarchia esecutiva. Non instaura una monarchia parlamentare ma prevede una monarchia equilibrata con una divisione del potere tra il re e il Parlamento.  “Il consolidamento dello Stato del Diritto (…), l’ampliamento dei campi delle libertà individuali e collettive (…) oltre al rafforzamento dei Diritti dell’Uomo in tutte le loro dimensioni, figurano nella prossima riforma costituzionale. Quest’ultima si vuole iscrivere nel quadro di una “riforma costituzionale globale”, il processo di regionalizzazione nel reame, con in testa le province del Sahara marocchino. Il re ha ugualmente annunciato la formazione di una Commissione ad hoc per la revisione della Costituzione, la cui presidenza sarà affidata ad una noto costituzionalista marocchino, Abdeltif Menouni. Quest’ultimo presenterà, a giugno, le proposte delle riforme della Costituzione, ha precisato il sovrano. Dopo l’uscita della prima Costituzione marocchinanel 1962, più volte rivista, l’ultima in ordine di tempo è del 1996. Questo appello alla Nazione, e bene ricordarlo, è il primo dopo le manifestazione del 20 febbraio scorso, volute da un gruppo di giovani  via Facebook, che  richiedevano delle riforme politiche profonde. La parola adesso passa a loro, alle Associazioni dei Diritti dell’Uomo, ai sindacati, a tutte le opposizioni in campo, per capire se questo discorso è stato ai loro occhi soddisfacente o mancante di qualche tassello, giudicato da loro  punto di vista fondamentale.


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