Insieme al drone che ieri è precipitato sulla pista di Madonna di Campiglio alle spalle dell’ignaro Marcel Hirscher, si sono sfracellate al suolo tutte le certezze trasmesse in merito all’utilizzo delle nuove tecnologie per le riprese televisive.
Infatti dalle serene dichiarazioni iniziali:
“è un dispositivo altamente sofisticato, dotato di controlli elettronici che ne rendono l’utilizzo assolutamente sicuro anche in luoghi affollati, e la sua guida sarà affidata ad un esperto pilota elicotterista”
si è passati alla drastica conclusione:
“Il drone in coppa del mondo non avrà più futuro”
Fortunatamente se ne può parlare con la serenità che consegue ad un incidente sfiorato e che ci permette di paragonare questo drone a Wile E. Coyote, ma resta fermo il fatto che qualcosa non ha funzionato come previsto, nonostante le rassicurazioni riportate sopra. Questo dovrebbe far riflettere un po’ tutti sui limiti da porsi e da rispettare, quando si persegue l’obiettivo di offrire un servizio innovativo ed appagare il pubblico di un evento sportivo.
In questo caso, almeno un aspetto deve essere stato sottovalutato, dall’autonomia di volo alla possibilità che il drone potesse sfuggire al controllo dell’esperto elicotterista a cui era stato affidato, dato che – per cause da accertare – indubbiamente si è verificata una violazione al regolamento sui mezzi aerei a pilotaggio remoto (dart. 10, comma 7: “Il sorvolo di assembramenti di persone, per cortei, manifestazioni sportive o inerenti forme di spettacolo o comunque di aree dove si verifichino concentrazioni inusuali di persone è in ogni caso proibito”).