Beppe Grillo durante il V3 Day svoltosi ieri a Genova ha rilanciato l’idea di un referendum per la permanenza nell’euro. Diversi giuristi ritengono questa proposta impraticabile, ma è pur vero che una legge costituzionale potrebbe superare le obiezioni in punta di diritto, come del resto già avvenne per il referendum consultivo del 1989 con il quale furono conferiti poteri costituenti al Parlamento Europeo. Va da sé, comunque, che l’approvazione di una legge costituzionale richiederebbe una maggioranza che oggi il M5S non ha e che difficilmente conquisterà in futuro. Inoltre un referendum del genere esporrebbe per mesi i titoli di stato alla speculazione sui mercati finanziari. Non di meno va colto il punto politico di far pronunciare il popolo italiano su una questione sulla quale ha avuto occasione di dire la sua solo una volta, più di 20 anni fa (quando peraltro l’euro ancora non c’era).
Più interessanti quindi diventano i restanti 6 punti della “modesta proposta” di Grillo tra cui, citiamo, una “alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune finalizzata eventualmente all’adozione di un Euro 2”.
Un’idea avanzata diverse volte nel dibattito da parte di economisti di orientamenti differenti, che avrebbe l’indubbio vantaggio di ridurre, per quanto possibile, il rischio di panico bancario e credit crunch che potrebbe investire i paesi che dovessero, costretti dai fatti, decidere di abbandonare l’eurozona unilateralmente, oltre al pericolo di un possibile contagio di portata e intensità difficili da prevedere, ma probabilmente non piccole, tanto più in un contesto di fragilità finanziaria globale nel quale anche il solo annuncio di un possibile rallentamento dei Quantitative Easing della Federal Reserve è stato sufficiente a scatenare una crisi valutaria in India.
Il caso vuole che i paesi “mediterranei” potenzialmente interessati ad un “euro 2” siano cinque: Italia, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo. Un euro a 5 stelle, insomma, invece che a 17.
Può funzionare una divisione in “euro-nord” ed “euro-sud”? Potrebbe essere una carta in mano dei i paesi meridionali per stringere un’alleanza? Sì, potrebbe, a patto che non si riproducano nelle due nuove aree valutarie (o almeno in quella che interesserebbe noi) gli stessi meccanismi che abbiamo conosciuto con l’euro attuale. Se l’ “euro 2” ereditasse lo stesso assetto istituzionale dell’eurozona, Francia e Italia diverrebbero le “Germanie del Sud”, accumulando surplus nei confronti dei restanti paesi, creando così le premesse per una nuova crisi da bilancia dei pagamenti. E’ quindi necessario un meccanismo che favorisca il bilanciamento tra i paesi dell’ “euro 2”, che potrebbe ispirarsi a quello della International Clearing Union proposto da John Maynard Keynes alla conferenza di Bretton Woods, del quale abbiamo diffusamente parlato in una conferenza convocata proprio dal M5S e sulle pagine di Keynes Blog.
Insomma, un euro a 5 stelle non solo per il numero di paesi aderenti, ma soprattutto per la sua qualità.
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