Les ténèbres
Dans les caveaux d’insondable tristesse
Où le Destin m’a déjà relégué ;
Où jamais n’entre un rayon rose et gai ;
Où, seul avec la Nuit, maussade hôtesse,
Je suis comme un peintre qu’un Dieu moqueur
Condamne à peindre, hélas ! sur les ténèbres ;
Où, cuisinier aux appétits funèbres,
Je fais bouillir et je mange mon coeur,
Par instants brille, et s’allonge, et s’étale
Un spectre fait de grâce et de splendeur.
A sa rêveuse allure orientale,
Quand il atteint sa totale grandeur,
Je reconnais ma belle visiteuse :
C’est Elle ! noire et pourtant lumineuse.
(ATTENZIONE: traduzione maccheronica di una che non studia francese da anni. Se doveste scoprire degli errori vi prego di avvertirmi)
Nelle cripte di abissale tristezza
Dove il Destino mi ha già sepolto (letteralmente: relegato);
Dove mai è entrato un raggio rosa (?) e allegro;
Dove, solo con la notte, scontrosa megera (letteralmente: padrona);
Sono come un pittore che un Dio beffardo
condanna a dipingere, ahimè! sulle tenebre;
Dove, cuoco dai funebri appetiti,
Faccio bollire e mangio il mio cuore,
A tratti luccica, e si accresce (letteralmente: allunga), e si espande
Uno spettro fatto di grazia e di splendore.
Dal suo sognante fascino orientale,
Quando raggiunge la sua totale grandezza,
Io riconosco la mia bella visitatrice:
E’ lei! Nera eppure luminosa