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Un film culinario che non mette appetito

Creato il 07 giugno 2013 da Persogiadisuo
LA CUOCA DEL PRESIDENTE (LES SAVEURS DU PALAIS) di Christian Vincent, con Catherine Frot, Jean d'Ormesson, Hippolyte Girardot, Arthur Dupont Un film culinario che non mette appetito Se ti piace guarda anche: Julie & Julia, Chocolat, Sapori e dissapori TRAMA Francia, fine anni '80. Hortense, una cuoca che vive in uno sperduto villaggio del Perigord, famoso per foie gras e tartufi, viene scelta per diventare cuoca privata del Presidente. Turbata dall'evento, che a quanto pare non può discutere, si fa ben presto odiare dallo staff interamente al maschile della cucina centrale del'Eliseo ma si fa apprezzare dal Presidente in persona col quale avrà il piacere di parlare più volte.   RECENSIONE Pubblicizzata come commedia culinaria che ha stregato il pubblico francese, questo film il cui titolo letterale sarebbe "I sapori del palazzo" è tutt'altro che saporoso. Difficile definirlo una commedia visto che non si sorride nemmeno, ma non è neppure un dramma. Anche dal lato gastronomico il film attrae poco: le ricette sono troppo elaborate, costose e particolari per far venire l'acquolina in bocca: farciture a base di sangue di pollo, interiora di vitello e soprattutto tanto, ma tanto tartufo e foie gras.
 Un film culinario che non mette appetito Non è esattamente la cucina di Benedetta Parodi, alla portata di tutti, e presto all'Eliseo se ne rendono conto a invitano la cuoca a tagliare i fondi: questo e lo stress accumulato la portano a lasciare il prestigioso incarico e a fuggire in un'isola antartica come cuoca di una mensa. Le scene antartiche sono così continuamente alternate con quelle parigine, per mostrare i contrasti tra i due incarichi, peccato però che il film si limiti solo ad accennare gli intrighi e la stressante e incomprensibile etichetta ch egoverna l'Eliseo e quindi la scelta della cuoca Hortense viene sbrigata frettolosamente e il suo personaggio resta abbastanza impenetrabile. Peccato anche per Catherine Frot (La voltapagineLezioni di felicità) , bravissima attrice francese qui imprigionata in un ruolo paradossalmente insipido. L'interesse si concentra tutto nel conoscere e indignarsi per l'esorbitante e inutile numero di personale che lavora per l'Eliseo, con gerarchie e etichette da rispettare scrupolosamente. Passati i primi venti minuti, il film quindi perde d'interesse Toute a poco serve la consueta finesse del cinema francese. VOTO: 5,5

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