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Un fine settimana da gineceo

Creato il 21 febbraio 2010 da Mammacattiva
Un fine settimana da gineceoIl copy del titolo lo devo a Panzallaria che così ha definito il mio fine settimana in corso quando ha saputo come l'avrei trascorso.
Il Doc è partito con Leo, prima volta "consapevole" su un aereo, destinazione Calabria, dalla nonna paterna. Il Doc non vedeva la mamma da tempo e ha deciso in quattro e quattr'otto di volare via. Ha onestamente ammesso di non farcela a portare entrambi i bambini e ha scelto quello che in viaggio avrebbe portato meno ammenicoli da bambino. Quando ha fatto mentalmente l'elenco della valigia, ha realizzato che le uniche cose diverse da un adulto sarebbero state il "chinno" (dicesi chinno l'oggetto transazionale, un cuscinetto ripieno di semi di lino da cui Leo non si separa mai per dormire) e una borraccia dell'acqua che la notte lo rende autonomo dal chiamarci ogni volta che ha sete, utile per ovvie ragioni anche in viaggio. Memorizzate queste due uniche differenze ha preparato la loro valigia con la stessa logica e infatti si è dimenticato il pigiama di Leo.
Il Doc, e di riflesso Leo, adorano gli aerei (tanto per farvi capire siamo abbonati a Volare e in bagno i due leggono e conversano su motori ed eliche) e la promessa di salire su un veicolo vero teneva Leo eccitato da circa un mese.

Flashback
- Quando nomino il chinno non posso fare a meno di ricordare quella sera in cui avevamo mia suocera da noi. Leo non stava bene. E quando sta male il 90% delle volte vomita. La nonna dormiva nella stanza dei bambini e il divano letto era già apparecchiato, ma senza cerata di protezione (mi ero detta: "la nonna mica farà la pipì a letto!"). Il folletto, indemoniato da un improvviso malessere, ha pensato bene di andare a rifugiarsi nel lettone della nonna scaricando il malessere abbracciato al suo amato chinno. Il chinno è appunto un cuscino e essendo inseparabile è salvato da una doppia federa. La nonna colta da panico dell'esorcista ha immerso l'imbottito di semi di lino in acqua. Io sono stata colta da un attacco isterico. "Togliere la federa, no?". Avete idea di cosa significa immergere dei semi di lino ricoperti di vomito in acqua? Ma soprattutto sapete cosa significa rendere inutilizzabile la coperta di linus di un bambino? Ammetto che la mia tolleranza verso le competenze di mia suocera è pari al nulla ma quella sera diedi il peggio di me. Ho risolto facendo cucire a Nonna Cattiva due chinni identici e Leo in lutto per un'intera settimana.

Back forward
- I due uomini di casa sono quindi partiti. Nonna Cattiva non ha resistito e appena ha saputo della trasferta, colta da immensa nostalgia, ci ha raggiunte. Di qui la definizione di week-end da gineceo: uomini e donne separate.
Ispirata dunque dai luoghi comuni ho pensato bene di rafforzarli dedicandoci un bel sabato mattina dal parrucchiere. Non ci andavo da novembre e Picca aveva una frangetta che sembrava un cane da pastore catalano. Siamo uscite tre donne nuove.
Il mio parrucchiere è una di quei servizi che farò fatica ad abbandonare quando lascerò Bologna. Non solo perché mi fido di lui e non mi ha mai mandata via scontenta, ma perché mi riserva un trattamento difficilmente replicabile: da anni ha una saletta privata al primo piano dedicata al taglio dei bambini (dei capelli, non dei piccoletti se si comportano male), con tanto di piccola area giochi, oppure alle mamme accompagnate dai bambini, che tipicamente sono poco tollerati durante un trattamento estetico, oppure agli uomini che si tingono i capelli ma si vergognano di farsi vedere al piano terra insieme alle altre. Per me significa poterci andare con i bambini, sfuggire ai pettegolezzi da coiffeur e leggere quello che mi pare. Priceless!

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