Sotto il supplizio di un dio che ormai non vede più
giace un fiore calpestato, che parlando al suo cielo stellato, piange il suo infinito dolore.
Verso la sua fine cammina lento, il sole che fino ad ora aveva donato supplizio e tormento.
Per amore di quel cantastorie senza fine, di canzoni e ballate che da cornice hanno fatto
ad amori e tradimenti, libertà e prigionia, quanta vita dietro si è portata via.
Soltanto a lui narrerà la sua vita e gran voglia di libertà...al suo cielo già stellato, di quando spuntò il suo primo petalo colorato.
Di quanti sogni fu il protagonista, di quanti pianti furono musica e lui musicista.
Destino infausto e crudele, che porta morte...solo morte senza più nessun atto di fede.